Il Canto della Notte di Camilla Morgan Davis – Speciale Anteprime III° Parte

Creato il 14 dicembre 2010 da Nasreen @SognandoLeggend

In realtà questo articolo sarebbe dovuto arrivare molto prima, speravo di trovare il libro in libreria appena uscito e di poter finire lo Speciale Anteprima a pochi giorni di distanza dall’uscita ufficiale. Purtroppo le poste ci hanno messo lo zampino e il libro è arrivato un po’ più in là (per fortuna che è arrivato visto che è stato spedito con Piego di Libri non raccomando!), quindi eccoci qua, a Dicembre, con questa terza parte dello Speciale.

Almeno la buona volontà ce l’abbiamo messa, credeteci.

Camilla Morgan Davis;

Camilla Morgan Davis è una giovane donna nata nel 1982 sotto il segno dei gemelli. Trascorre buona parte della sua giornata nella camera di un vecchio monastero sconsacrato, insieme ad un bizzarro cane. Colleziona  varie edizioni di Alice nel paese delle meraviglie. Sogna di avere una libreria tutta sua e di trasferirsi in Toscana.

Scrive allo scoccare della mezzanotte, prediligendo storie misteriose per ragazzi di ogni età. Storie romantiche, fantasiose, con un po di sangue, avventura e fantasia. Altre volte, favole oniriche rilegate e scritte a mano su fogli di carta che recicla ovunque.

Incontra strane creature. Loro cominciano a parlare e lei non può far altro che trascrivere il loro narrare.

Blog: http://www.camillamorgandavis.com/

Intervista: http://sognandoleggendo.net/blog/?p=2921

Saga;

1. Il Canto della Notte (isbn:9788895381183)

2. Inedito

3. Altri


Titolo: Il Canto della Notte
Autore:
Camilla Morgan Davis
Serie:
Saga di Maila, 1
Edito da:
Zero91
Prezzo:
14,90 €
Genere:
Young Fantasy, Urban Fantasy, Magia, Demoni, Vampiri, Romance
Pagine:
190 pg.
Voto:


Trama:

“Il mondo, molto tempo fa, si è diviso nel mondo che gli umani riescono tuttora a vedere e in quello che ha finito nel sottrarsi alla loro vista senza che se ne rendessero conto. Sicuramente tutti gli animali conoscono questo mondo. 
Soprattutto i lupi.”

È una giornata qualunque. 
Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma. 
In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo. 
Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così. 
La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne. 
Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà? 
Una cornice fantasy per tanti temi di bruciante attualità come l’inquietudine degli adolescenti, la necessità dell’integrazione, le regole del “branco”, la diffidenza e il pregiudizio nutrite nei confronti di chi non ci somiglia.



Recensione:

Incantevole e affascinante. E’ così che descriverei questo romanzo a primo impatto. Leggere la Morgan Davis è poesia, è riuscita ad applicare uno stile narrativo molto poetico e incentrato sull’aspetto introspettivo a un romanzo fantasy con tanto di scene d’azione!

Ne “Il Canto della Notte” si parla di licantropia, Destino, magia, amore, amicizia, famiglia, orgoglio, responsabilità… La cosa bella è che l’autrice ne parla con delicatezza, con stile sognante e carezzevole. Si ha l’impressione di leggere una fiaba, o una favola, che parli di tempi lontani, di dolore e d’amore.

Eppure siamo nel presente e Maila è una licantropa dal carattere diffidente e complesso che si ritrova a sognare quello che tutti i ragazzi della sua età vogliono: amore, affetto, amici e normalità. Perfino il ragazzo più ovvio e normale di questo mondo desidera essere “normale”… Forse perchè, in realtà, nessuno di noi lo è e si accetta per ciò che è.

Eppure, come nel più banale dei cliché, sembra che il sogno di Maila si stia per avverare, finalmente incontra “qualcuno” e, anche se solo per un attimo, si sente come tutti gli “umani”. Peccato che il sogno sarà breve e l’illusione cadrà a terra, irrimediabilmente distrutta da una profezia nata dalle ceneri di morti, sangue e del pianto di una  bambina.

Da questo momento in poi il romanzo comincia a scivolare  verso il suo nucleo centrale lasciando un po’ della poesia che, onestamente, all’inizio aveva disorientato un po’ il lettore. Si nota che l’autrice ha concretamente imparato a gestire meglio l’aspetto introspettivo e la trama si evolve fra le mille parole non dette di Maila ed il suo Othar.

I colpi di scena non mancheranno, mai, e l’autrice giocherà con le nostre speranze fino all’ultima pagina, lasciandoci vagamente insoddisfatti per la parola “Fine” che ci troviamo improvvisamente a leggere.

La Luna, vista come una Dea, ci appare ora pericolosamente minacciosa nella sua spietata sentenza e il Destino, che fino alla fine abbiamo sperato di veder beffato, ci mostra l’impossibilità di scampare al suo monito.

Eppure sotto, sotto riusciamo a scorgere un altro insegnamento solo appena annunciato: il Destino è immodificabile solo per chi ci crede veramente, il libero arbitrio è sempre lì per essere sfruttato e perfino la Dea Luna cantata dai licantropi concede questa possibilità e Maila, in fondo, lo ha sempre saputo.

Ottima prova di questa autrice esordiente sotto molti punti di vista anche se, onestamente, la cura dei personaggi poteva essere un po’ più approfondita e l’equilibrio fra azione e scene “poetiche” più accentuata. La lotta si è risolta, a tutti gli effetti, quasi con un deus ex machina. Confidiamo nel seguito!


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