Il caos nel quale naviga la proposta di legge sulle unioni civili, secondo molti, rispecchia la situazione di totale confusione che regna nel Paese, personalmente, però, ritengo che più della situazione di confusione del Paese essa sia lo specchio della situazione di confusione “politica” del Paese.
In altri termini ritengo gli italiani, in genere, molto migliori della propria classe politica, perlomeno guardando l’attuale composizione parlamentare. Basterebbe, infatti, ricordare che il maggior partito in Italia è quello dell’astensione e la maggioranza dell’emiciclo è composta dai voltagabbana.
Insomma, verrebbe da chiosare, cosa possiamo attenderci da una classe politica che da tempo non è più espressione della maggioranza della popolazione ed il cui unico scopo è quello di “tirare a campare” per far maturare qualche privilegio in più?
Se poi a queste persone, i parlamentari intendo, viene sottoposto un tema, come quello delle unioni civili, assolutamente NON politico, ma “di coscienza”, la conseguenza naturale è che quelle contraddizioni appena esposte si manifestino in tutta la loro evidenza.
Fino a poco tempo fa, quando la confusione politica su quella proposta di legge era già emersa, ma non si era ancora arrivati al completo caos attuale, pensavo tra me e me “povera Cirinnà, quanti salti mortali dovrà compiere per trovare una quadratura politica”.
Oggi, alla luce degli ultimi fatti, ho cambiato opinione, la senatrice Cirinnà, prima firmataria della proposta di legge, anziché essere la soluzione del problema è l’emblema della disfatta.
Chiariamo subito, ha tutte le attenuanti del caso, per una Carneade come lei essere improvvisamente messa sotto le luci di tutti i riflettori non deve essere stato facile, ma alla fine, anziché mantenere la lucidità necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo, ha sbottato.
Quindi è da condannare per aver perso il controllo lasciandosi prendere dai nervi?
ASSOLUTAMENTE NO!!!
Sfogarsi ed esternare tutto il proprio risentimento per come era andata a finire tutta la vicenda era ed è un comportamento assolutamente umano, ciò che critico non sono le esternazioni, ma la patetica retromarcia, quella sì assolutamente penosa.
La Cirinnà con quelle smentite è passata da “eroica combattente” a “servile lacchè”, persona che si prostra nei confronti del padrone.
Ed è una sconfitta per tutte le donne che avrebbero potuto trovare proprio nella Cirinnà, finalmente, una propria paladina, emblema di un nuovo e moderno “femminismo” che guarda al concreto e non agli slogan, ed invece si ritrovano l’ennesima insignificante soldatessa agli ordini dei propri superiori.
Quella “smentita” al Corriere della Sera (non a Libero! non al Giornale!), è una cocente sconfitta per tutti coloro che vorrebbero che il PD fosse un vero partito e non un’accozzaglia di interessi disparati nella quale oggi profittatori e squallidi figuri si aggregano per miserabili interessi personali.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro