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Il capitale umano

Creato il 23 febbraio 2014 da Cinzialuigiacavallaro

Il-capitale-umano-cover-vcd-frontIn questo film potrete rendervi conto dello sfacelo morale che si riflette in ogni ambito. E mi torna alla mente che nella mia crescita, avvenuta proprio nella medesima zona nella quale è stato girato, mi è stato insegnato che, per essere psicologicamente e moralmente sani, bisogna imparare ad usare le cose ed apprezzare le persone. Abbiamo ribaltato questo fondamentale concetto, siamo ormai espertissimi e sempre più motivati ad usare le persone ed apprezzare le cose. E non lamentiamoci se tutto ci sta crollando addosso e il nostro paese sta andando in rovina.

Vi invito caldamente a vedere questo film. Senza svelare nulla né della trama, né dei personaggi — com’è del resto mia consuetudine — avrete uno spaccato preciso e perfetto di cosa è diventato il nostro paese, il nostro modo di pensare e di agire. Involuzione profonda di tanti che hanno insultato la dignità e i valori buoni di un’intera generazione, e forse anche di più.

Non mi disturba affatto e non mi stupisce che il set sia proprio in Brianza, terra per me originaria e non adottiva. Conosco la cultura, il pensiero che fu e che è, le radici e i valori che da sempre l’hanno caratterizzata. E ciò che è diventata. Ma sebbene con questa affermazione sono consapevole di andare controcorrente rispetto alle ire e ai polveroni che sono stati sollevati sul web e non solo, sono profondamente convinta che non poteva esserci ambientazione migliore su territorio italiano. Per contro, il film è talmente un ritratto fedele della nostra Italia nella sua interezza, che davvero le polemiche suddette sono sterili, in quanto nella sostanza la narrazione filmata ci accomuna come popolo. Il fatto che il film sia stato ambientato nella terra nella quale sono cresciuta e tuttora vivo, mi fa tornare alla mente la mia infanzia e tutto il valore aggiunto positivo di quegli anni, così poveri esteriormente e altrettanto ricchi interiormente.

Molto funzionale e azzeccata la sceneggiatura che si sviluppa su quattro tempi. Ciò che caratterizza tutti i personaggi, chi più, chi meno, è un latente disorientamento, in alcuni accompagnato da un profondo vuoto interiore, che a tratti si trasforma in una ricerca di senso discontinua ed infruttuosa. Alla fine ne uscirà vittorioso chi ha avuto il coraggio della verità ed è stato capace di essere fedele a se stesso e alla propria bellezza, seppur carica di fragilità.

Il senso del titolo lo capirete solo negli ultimi minuti di questo film necessario, nonostante l’amarezza, la rabbia e la vergogna che vi porterete a casa e che vi disturberà per un po’.


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