Il capitolo della speranza - Provato - PC

Creato il 27 agosto 2013 da Intrattenimento

Abbiamo provato la versione beta del decimo capitolo della serie Might and Magic. Vediamo cosa ci aspetta

Alzi la mano chi prima dell'annuncio ufficiale di Ubisoft avrebbe mai pensato al ritorno alle origini della serie Might and Magic. Soprattutto, alzi la mano chi avrebbe mai pensato alla ripresa del gameplay dei primi cinque episodi, invece di quella degli ultimi quattro (diciamo tre, che il nono capitolo è davvero bruttarello). Invece il 21 marzo 2013, come un fulmine a ciel sereno, Ubisoft ha svelato l'esistenza di Might and Magic X: Legacy, lasciando tutti di sasso. Ai più potrà sembrare una mossa azzardata e coraggiosa, e in parte lo è, ma non arriva certo dal nulla. Volendo spiegarla dobbiamo citare il quasi milione di copie vendute di The Legend of Grimrock, uscito nel 2012, che ha dimostrato come i vecchi dungeon crawler alla Dungeon Master o alla Eye of the Beholder, tanto per citare un paio di mostri sacri del genere, abbiano ancora un mercato. Certo, magari non possono ambire a piazzare dieci milioni di copie, ma certi numeri vanno comunque considerati e molti publisher dovrebbero ragionare sul fatto che non è possibile puntare sempre e solo a sbancare, ma bisogna tornare a creare un sottobosco di titoli che mirino in diverse direzioni. Oltretutto, per ora la versione early access di Might and Magic X: Legacy ha dato ragione a chi ha appoggiato l'operazione, visto che ha passato la prima settimana di vita dall'uscita nelle prime posizioni in classifica dello store di Valve, al secolo Steam, e tutt'oggi occupa una posizione di rilievo che fa ben sperare per il lancio finale. Noi abbiamo avuto modo di provare proprio questa versione e ne abbiamo tratto alcune conclusioni che vogliamo condividere con voi, ma non prima di aver bevuto un paio di litri di birra così da rendere l'atmosfera più allegra.

Tutti a fare shopping

Il primo impatto con Might and Magic X: Legacy è stato particolarissimo e merita di essere raccontato. Normalmente i primi minuti di un qualsiasi videogioco si passano a studiare l'interfaccia e a prendere confidenza con i vari controlli. Anche per il titolo di Limbic è stato lo stesso, con la leggera differenza che a noi interessava soprattutto scoprire se c'era qualche trucco. Detto per inciso: volevamo capire se il trovarci alla presenza di un dungeon crawler con caselle e rotazioni di novanta gradi non fosse uno specchietto per le allodole creato ad arte per nascondere il solito titolo di massa con mille compromessi. Invece ci siamo dovuti presto ricredere. Per prima cosa abbiamo scelto il livello di difficoltà dell'avventura, tra i due disponibili: quello più facile garantisce combattimenti più abbordabili e un maggior numero di risorse rinvenibili. Abbiamo optato per la difficoltà maggiore, quindi meno risorse e più botte, e siamo andati avanti creando il nostro party, formato da quattro personaggi. Nella versione beta non sono selezionabili tutte le classi e alcune scelte sono state obbligate, ma in quella definitiva ci sarà parecchio lavoro di personalizzazione in più da fare. Quindi siamo entrati finalmente in gioco. Se si conosce il genere i controlli sono subito padroneggiabili. Come già detto ci si sposta di una casella per movimento e si ruota di massimo novanta gradi alla volta. Il primo luogo visitabile è una cittadina costiera. Girandola si farà la conoscenza di diversi personaggi, alcuni utili, altri un po' stralunati (c'è un tipo che passa le giornate a raccontare barzellette), altri ancora disponibili a seguirci (è possibile avere un massimo di due seguaci, con funzioni diverse). Non mancano negozianti, tra cui il classico armaiolo, il fabbro, l'erborista, la biblioteca magica e così via; dai quali comprare armi, armature, magie, pozioni e altri oggetti necessari. Ai negozianti è anche affidato il compito di riparare l'equipaggiamento danneggiato, caratteristica di cui parleremo più avanti. Ovviamente c'è anche la più classica delle locande, dove è possibile reperire qualche informazione, qualche lavoretto aggiuntivo e, soprattutto, riposarsi e mangiare, due fattori molto importanti in Might and Magic X: Legacy. Infatti, se si vuole riposare all'aperto e si vogliono recuperare le forze, che dopo una giornata di cammino abbandonano gradatamente i membri del party, comportando diversi malus ben rappresentati da apposite icone sui ritratti posti in basso, bisogna non solo trovare un'area sgombera dai nemici, ma anche avere delle provviste da consumare (acquistabili nella locanda). Se non se ne hanno, gli eroi riposano lo stesso, ma al risveglio si troveranno dei punti vita in meno.
Might & Magic X Legacy - Trailer dell'early access

Il sistema di combattimento

Sempre nella prima città si trova un dungeon sotterraneo, accessibile dal pozzo, pieno di giganteschi e famelici ragni. Qui si svolgeranno le prime missioni e qui si farà pratica con il sistema di combattimento, davvero articolato. In sostanza all'avvicinarsi di un nemico il tempo si blocca e bisogna scegliere a turno quali azioni far compiere ai vari membri del party. Di base si può attaccare con le armi impugnate, parare, usare pozioni curative varie (salute, mana, antidoti e così via) e lanciare incantesimi, ma esistono anche abilità speciali come 'provocare' o 'intralciare' che aggiungono parecchio pepe al combattimento, soprattutto quando gli scontri si fanno più intensi. Un turno dopo l'altro abbiamo ucciso i ragni e trovato quello che ci serviva per le quest, notando però un paio di problemi che speriamo siano risolti nella versione definitiva. Il più vistoso è l'usura dell'equipaggiamento. Capiamo che uno scudo di pochi soldi sia soggetto a rotture, ma l'equipaggiamento base dei personaggi di Might and Magic X: Legacy si rompe dopo una manciata di scontri al punto che, ad esempio, si smette presto di contare sulla difesa dello scudo; a meno che non si voglia fare continuamente avanti e indietro dal fabbro, che però vuole dei soldi per il suo lavoro di riparazione... e nemmeno pochi. Qualcuno potrebbe considerarlo un problema tollerabile e, se tutti i dungeon fossero stati posizionati vicino alla città come il primo, concorderemmo senza battere ciglio. Purtroppo alcuni dungeon sono distanti dal centro abitato più vicino e fare sempre avanti e indietro diventa stressante (già dal faro il fastidio aumenta parecchio). Si finisce per tenersi l'equipaggiamento rotto e via, con risvolti spesso tragici (tipo party massacrato da nemici ben equipaggiati). Non chiediamo ovviamente di togliere questa caratteristica, che nel complesso ci piace. Semplicemente speriamo che, nella versione definitiva, l'equipaggiamento sia più resistente, in modo da evitarci marce forzate o di riempire lo zaino di armi di ricambio (pratica nemmeno troppo agevole perché i negozi hanno scorte limitate di tutto). Con un po' di pazienza siamo comunque riusciti a concludere il primo capitolo del gioco (l'unico incluso nella beta) e non abbiamo dubbi nell'affermare che non vediamo l'ora di poter giocare al titolo finito.


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