Le isole dell'Arcipelago Toscano sono conosciute per il ricco patrimonio paesaggistico e per la bellezza delle loro spiagge ma alcune di loro vantano una passata identità da isole-carceri. In tal senso le più celebri sono senz'altro Pianosa, l'Isola di Gorgona e l'Isola d'Elba con la presenza del carcere di Porto Azzurro, ma esiste un altro paradiso forse ancora poco conosciuto da questo punto di vista: l'Isola di Capraia
Il carcere dell'Isola di Capraia sorse nel 1873 e risulta suddiviso in più complessi edilizi chiamati diramazioni (o distaccamenti). Negli anni il carcere ha avuto la denominazione di Colonia Penale Agricola, Casa di Lavoro all'aperto e per finire Casa di Reclusione. I detenuti ospitati si dedicavano all'agricoltura, all'allevamento e alla pastorizia. Alla prima sezione del carcere si arriva dopo una camminata di circa un'ora lungo la strada del Cornero immersi in una spettacolare cornice naturale, aspra e selvaggia. Il profumo di macchia mediterranea, l'odore del mirto e gli occasionali assaggi di more appena colte allieteranno la vostra escursione.
Isola di Capraia: l'arco di ingresso al carcere
Oltrepassato l'arco di ingresso al carcere, la prima struttura che si incontra è l'Aghiale, il distaccamento dove i detenuti svolgevano operazioni agricole, allevamento del bestiame e servizi domestici indispensabili. Negli ultimi tempi era stata allargata anche con una cappella, una sala proiezioni e un campetto da calcio. Il carcere dell'Isola di Capraia versa sfortunatamente in uno stato di abbandono e diversi edifici sono pericolanti. Non entrate quindi dove sono segnalati dei divieti.
Proseguendo la camminata si incontrano i diversi edifici dell'Ovile, distaccamento della Colonia Penale riservato ai detenuti che si occupavano prevalentemente di pastorizia. L'Ovile comprende gli alloggi delle guardie, una casa colonica riadattata a carcere e una chiesa.
Proseguendo il cammino comincerete a salire sui promontori dell'isola e la vista diventerà via via più spettacolare fino all'arrivo alla Diramazione Porto Vecchio. Qui un sentiero conduce fino alla baia di scogli dall'omonimo nome e qui anticamente era situato il punto di attracco delle navi che portavano i detenuti alla colonia.
Panorami dal carcere: la splendida baia di Porto Vecchio
In questa diramazione ci si può avvicinare molto più facilmente alle celle ma raccomandiamo la massima attenzione a cornicioni e pavimentazioni usurati dal tempo e dall'incuria.
Camminare lungo il corridoio delle celle con quel silenzio interrotto soltanto dal cigolìo delle finestrelle e dal vento mette i brividi anche in pieno giorno. Si immaginano le storie che possono essersi succedute dietro quelle sbarre e ci si chiede che cosa provassero i detenuti rinchiusi su quest'isola. La consideravano un paradiso, un inferno... o entrambe le cose?
Il corridoio con le celle dei detenuti
Carcere di Capraia: gli interni
Il carcere dell'Isola di Capraia chiuse nel 1987. La maggior parte dei detenuti venne trasferita in altre carceri mentre un numero esiguo di carcerati venne lasciato libero sull'isola. La motivazione? Erano a fine pena, inutile rinchiuderli di nuovo. Se parlate con gli isolani vi racconteranno storie e timori iniziali degli abitanti dell'isola negli approcci con i nuovi arrivati.
Vi lascio con un ultimo suggerimento per la vostra escursione: siete arrivati fino a Porto Vecchio, quindi approfittate del sentiero di discesa verso l'omonima baia di scogli per tuffarvi nel meraviglioso mare di quest'isola selvaggia. Ai detenuti (ufficialmente) non era concesso.
A presto! Elena
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