Il Cardamomo

Da Democratic Nutrition @DemoNutrition

Come piccola anticipazione della nostra giornata dedicata alle spezie orientali, ecco alcuni appunti sul cardamomo.
In India, il cardamomo viene utilizzato non solo per insaporire ed addolcire i piatti (Charles, 2013) ma anche come le classiche “mentine”, ossia ne viene tenuto in bocca il pericarpo (l’involucro a protezione dei semi, che volendo può essere facilmente rotto) al fine di rinfrescare l’alito. 
Alitosi a parte, è anche stato proposto come protettivo per la salute dentale, sebbene non esista ancora ricerca clinica, considerandone: la forma, che può aiutare nella pulizia meccanica dei denti; il sapore pungente, in grado di stimolare la salivazione; e infine l’attività anti-batterica del suo estratto, dimostrata in vitro contro alcuni batteri patogeni del cavo orale quali lo Streptococcus mutans e la Candida albicans. Come ha scritto il ricercatore Indiano Ratika Sharma (Institute of Dental Sciences, KLE University): “In breve, [il cardamomo] ha tutti i benefici del chewing gum e nessuna delle sue seccature” (Sharma, 2012).
Botanicamente, possono essere distinti due genera, dalle diverse proprietà:
- Elettaria Cardamomum. Pericarpi piccoli e verdi, la cui polvere è stata studiata in India da un team di ricercatori guidato da Surendra Kumar Verma (Rabindranath Tagore Medical College) su pazienti ipertesi di stadio 1, tra i quali ha mostrato proprietà ipotensive (abbassamento pressione sistolica, diastolica e media), di miglioramento della fibrinolisi (il processo che impedisce la crescita dei coaguli sanguigni) e dello status anti-ossidante sanguigno, pur non andando a modificare i livelli dei lipidi come il colesterolo (Verma, 2009).
- Amomum Cardamomum. Pericarpi più grandi e di colore bruno. La polvere che ne deriva è stata studiata su malati cardiaci dallo stesso team di ricerca Indiano, dove oltre al miglioramento della fibrinolisi e dello status anti-ossidante ha mostrato anche di poter abbassare la frazione aterogenica dei lipidi, ossia trigliceridi e colesterolo LDL e VLDL, senza intaccare il “colesterolo buono” HDL (Verma, 2012).
Entrambi gli studi sono stati condotti con controllo placebo e in "singolo cieco", ma vanno considerati preliminari, finchè non saranno ripetuti in studi molto rigorosi, basati sul "doppio cieco" e su campioni di partecipanti più grandi.
Bibliografia:
Charles, Denys J. Cardamom. In: Antioxidant Properties of Spices, Herbs and Other Sources, pp 207-212. 2013
Sharma, Ratika. Cardamom comfort. Dent Res J (Isfahan). 2012 Mar-Apr; 9(2): 237.
Verma SK, Jain V, Katewa SS. Blood pressure lowering, fibrinolysis enhancing and antioxidant activities of cardamom (Elettaria cardamomum). Indian J Biochem Biophys. 2009 Dec;46(6):503-6.
Verma SK, Jain Vartika, Singh DP. Effect of Greater cardamom (Amomum subulatum Roxb.) on blood lipids, fibrinolysis and total antioxidant status in patients with ischemic heart disease Asian Pacific Journal of Tropical Disease 01/2012; 2:739-743. pp.739-743.

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