L’80 Express arriva alla fermata già pieno. Salendo riesco inaspettatamente a ritagliarmi un posticino accanto all’obliteratrice e a tirare fuori dallo zaino l’ultimo di Camilleri. Quella che pensavo fosse una fortuna si rivela ben presto una condanna: i passeggeri che man mano salgono sulla vettura e che non riescono ad andare oltre la soglia, per quanto è piena, mi chiedono, quasi in processione, se posso provvedere ad obliterare il loro biglietto mandando in fumo il mio proposito di dedicarmi alla lettura. Di contro, la mia postazione mi permette di rivolgere senza sforzo lo sguardo alla signora distinta che legge seduta proprio alle spalle dell’obliteratrice. Tiene i capelli biondo scuro raccolti in un elegante chignon, avvolta in un piumino ceruleo sormontato da un collo di pelliccia azzurro. Sta seduta di tre quarti, come se la discesa fosse imminente, ma gli occhi puntati sul libro ancora spalancato tra le mani tradiscono il fatto che manca ancora un po’ alla sua fermata; la copertina è sollevata quanto basta perché non si possano avere dubbi sul titolo: Il Carezzevole.
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