Salve amici,
il libro di cui vi parlo quest’oggi è particolarmente interessante.
IL CARICO DELLA FORMICA
Demetrio Verbaro
Lettere animate
Trama
Il romanzo, liberamente ispirato a una storia vera, si svolge nel 2001 nella splendida cornice paesaggistica di Reggio Calabria. Il protagonista è Carlo Fante: trent’anni, felicemente sposato con Rachele e padre di Riccardo, un dolcissimo bambino di quattro anni. L’azione comincia quando Carlo trova lavoro: giardiniere presso l’istituto psichiatrico “San Gregorio.” Carlo diventa amico di quattro pazienti speciali: Filippo, Mimì, Bart e Vera. Ognuno di essi porta un fardello nel cuore, errori fatti in passato, che trasportano come un pesante carico sulle spalle, proprio come una formica fa ogni giorno della sua vita, portando nella tana un chicco di grano dieci volte più grande del suo peso. Uno di essi, Filippo, resterà schiacciato dal pesante carico, Bart e Mimì, invece, riusciranno a disfarsene, tornando serenamente a vivere nella società. Carlo s’innamora perdutamente di Vera, trovandosi di fronte ad una scelta amletica: l’infinito amore per la propria famiglia (nel frattempo Rachele gli ha confidato di essere in dolce attesa) o la smisurata passione verso una donna bella da impazzire. Questa scelta si protrarrà fino allo sconvolgente finale del romanzo che lascerà il lettore senza fiato, incollandolo agli ultimi capitoli, ricchi di pathos e colpi di scena.
L’autore
Demetrio Verbaro nasce a Mosorrofa il 14 dicembre del 1981, quinto di cinque fratelli. A sei anni conosce il suo primo grande amore, Alice, con cui trascorre ore bellissime. Dopo il diploma e la dolorosa perdita della madre comincia a girare l’Italia svolgendo lavori saltuari, come animatore in villaggi turistici, modello, comparsa in film e spettacoli teatrali. A ventiquattro anni si innamora di una ragazza della sua città, Paola, e decide di porre fine al suo girovagare senza meta. Trova il suo primo lavoro stabile e mette su famiglia: nel 2008 nasce Thomas, nel 2013 Riccardo. Il carico della formica è il suo primo figlio di carta.
Recensione
Chiariamo subito una cosa: la quarta di copertina non rende giustizia al contenuto del libro.
Ciò che mi è saltato all’occhio appena ho iniziato a leggere sono le metafore: evocative, semplicemente belle. L’autore eccelle nella descrizione del paesaggio; sfumature di tutti i colori permeano ogni cosa come pennellate rapide e imprecise, come in un quadro impressionista. L’ambientazione, ossia un istituto psichiatrico, è particolare ma trattata in modo consono, interessante, senza esagerazioni.
All’inizio ho pensato che il protagonista, Carlo, grazie al contatto con i pazienti dell’istituto avrebbe riconsiderato la propria vita e le proprie scelte, invece la realtà è ben diversa. Le scene di Carlo con la famiglia sono calde, vere, belle.Tuttavia Carlo non è affatto chi crede di essere e la sua storia, svelata pian piano, è toccante.
Il carico della formica è una storia di compromessi, accettazione, comprensione e tolleranza che, in maniera inusuale, scava nella mente umana: in ognuno di noi, in fondo, c’è un po’ di pazzia.