Magazine

Il caro invito. Come essere invitati e poi chiamati a pagare.

Creato il 10 settembre 2013 da Berenice @beneagnese

                   Il caro invito. Come essere invitati e poi chiamati a pagare  

Sul caro ci si potrebbe anche mettere d’accordo, scegliere il significato sentimentale o quello tutto legato al costo di un bene o di un servizio, ma su invito, su invito anche il dizionario concorda: il significato di invito e di invitare è quello di ‘chiamare o pregare qualcuno perché partecipi con noi a qualcosa di solenne o di gradito’. Punto.

A capo però, perchè l’evoluzione continua della specie ci offre variazioni sociologiche sorprendenti che di gradito hanno assai poco e che ci trasformano in una sorta di pendolo in oscillazione tra il sentirsi un coleone  (per dirlo con un latino tardo) o gli unici disinformati sugli effetti della globalizzazione e dell'effetto serra nei comportamenti umani. Questioni mondiali, mica da poco.

Forse andrò da un legale per fare causa a Monsignor della Casa e al suo superatissimo galateo..

Ecco un florilegio di antipatici casi capitatimi tra capo, collo e portafoglio.

Comportamento numero uno:

- Buonasera signora, l’onorevole Tal dei Tali mi ha incaricato di invitarla al pranzo riservatissimo che si terrà domenica. L’invito è strettamente personale e vorrei avere conferma della sua presenza entro domani. Mi raccomando l’onorevole tiene molto alla sua presenza e le chiede di accogliere questo invito

Lo accetto l’invito esclusivo, siamo stati ragazzi insieme, un po’ mi lusinga che si sia ricordato di me, non lo nego. Un piccolo sforzo e si va.

Sì, sì, si va. Acciderba quanti siamo! Tutti surrealmente esclusivi. Dopo due ore di pasto e attese, attese e pasto, siamo esclusivamente invitati a pagare il salato conto finale, che - dicono i maligni - è stato pure maggiorato per raccogliere fondi in vista delle future elezioni. Così senza preavviso, con una repentina e strategica mossa politica. Da ribaltone governativo.

Comportamento numero due. Lo racconta una collega sbalordita:

-  Cara, vorrei invitarvi al mio compleanno. Ci vediamo in pizzeria sabato sera, siamo solo una quindicina, i soliti amici. Guai a voi se mancate, ho già prenotato!

- Cari soliti amici che regalo portiamo? Lo compriamo tutti insieme? Ma sì, così riusciamo a fare una bella sorpresa alla festeggiata!

Il regalo viene acquistato, portato, scartato e apprezzato tra gridolini di gradimento e sorrisi a profusione; la cena consumata (la pizza un po’ bruciacchiata, ma a caval donato non si guarda in bocca) ma la sorpresa è tutta per gli ospiti. Dopo l’ultimo brindisi l’invito, dato con nonchalance, è quello di passare alla cassa, senza pagare il dolce, però,  perché “quello lo abbiamo offerto noi!”

Comportamento numero tre:

- Mi farebbe piacere vederti al concerto, sai quanto tengo alla tua opinione. Guarda ti lascio i biglietti omaggio per l’ingresso, mi faresti un torto a non venire!

Arrivo qualche minuto prima, faccio la fila per ritirare la busta con i cartoncini riservati e mi siedo in platea. Mi guardo intorno e vedo molte persone che conosco. Di alcune non avrei mai creduto fossero appassionate di musica classica. Guarda che sorpresa.

Come no, ma la sorpresa più bella non sarà questa e non tarderà ad arrivare per tutti.

Infatti a guardar bene, ognuno dei presenti in sala stringe in mano un omaggio, convinto di aver avuto un invito particolare.

Nessuno ha pagato il biglietto d’ingresso prima perché lo dovrà fare ora. Così ci dice dal palco il cortese musicista, perché solo così si sostengono le arti e la cultura. Ah, il vil denaro!

Comportamento numero quattro:

- Pronto, come stai? Volevo invitarti anche a nome di Tizio a una degustazione che si terrà fra una settimana.

- Ti ringrazio, non so se riesco a liberarmi da un impegno e poi… ma io cosa c’entro?

 - Cosa c’entri tu? Ma scherzi! Mi raccomando porta anche tuo marito.

   Tre giorni dopo telefona ancheTizio:

- Ciao, scusa il ritardo, spero che Caio ti abbia già chiamato. Vorrei invitarti alla degustazione di giovedì. Non fare che non vieni che mi offendo!

- Grazie siete molto gentili, farò del tutto

Mio marito non mi accompagna, preferisce restare a casa. Prendo l’auto e faccio qualche chilometro.

Me lo chiedono subito del perché non sia venuto, con manifesto rammarico. Invento una scusa. Assaggio gli accostamenti inediti, converso, osservo le coppie sedute ai tavoli e man mano che la degustazione procede comincia a venirmi un piccolo, piccolo dubbio che ricaccio indietro dandomi della malevola.

Finito il dolce chiedo al Tizio che mi ha fatto la prima telefonata se devo qualcosa. Mi risponde la moglie che loro hanno già provveduto. Si oaga dunque. Altro che invito. Vado alla cassa e chiedo al titolare di dirmi l’importo. Tergiversa un po’, dicendomi che mi ha pure invitato, che se voglio posso pure lasciar perdere. Già, pure. Nell’intanto mi porge il foglietto con la cifra dovuta. Non poco. Grazie del caro invito.

(Spero che a voi non sia successo di peggio)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog