Il Collettivo contro il carovita, composto di circa 1500 organizzazioni non governative, realtà della società civile e sindacati del Burundi, ha proclamato uno sciopero generale per domani. La motivazione è il rifiuto del presidente Pierre Nkurunziza di accettare le richieste del collettivo: abolizione di una nuova tassa sulle chiamate telefoniche e il ribasso dei prezzi della benzina.
Le richieste erano già state avanzate due volte per lettera, ma non c’era stata risposta da parte del governo. Neanche il deposito del preavviso dello sciopero ha suscitato reazioni.
Solo all’immediata vigilia della manifestazione il governo ha preso posizione attraverso il portavoce presidenziale, Leonidas Hatungimana, che ha chiesto ai promotori dello sciopero di “partecipare assieme alla ricerca di una soluzione per tutti”.
Solite parole che non significano niente.E con un presidente che ha messo il bavaglio al popolo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)