IL CARRUBO MI ASSOMIGLIA
di Antonio Bruno
Siamo passeggeri a bordo della stessa nave, la terra, e non
dobbiamo permettere che faccia naufragio.(Michail Gorbaciov)
Il verde urbano è uno degli elementi dell’ambiente e deve
essere in relazione con il paesaggio. Per migliorare la qualità della vita delle
nostre cittadine è fondamentale che si sviluppi il verde urbano è questo è un
auspicio anche della Carta di Aalborg.
C’è una disciplina che si interessa del verde urbano e che
in Inghilterra si chiama urban forestry (letteralmente “forestazione urbana”),
l’area verde sono un oasi di ruralità nell’ambito urbano in pratica è un
inserimento della bellezza e pace che ispira il paesaggio rurale all’interno di
un “arido urbano”.
Una parte significativa di verde all’interno di una città o
paese è quello scolastico che deve essere sia un polmone verde per la scuola
che una fonte di osservazione naturalistica per i nostri ragazzi che in questo
modo possono conoscere il mondo vegetale.
Sarebbe opportuno che in ogni nostro paese e quindi anche in
Terra di Lecce si realizzasse un orto urbano (oltreoceano si parla di urban
agricolture) per favorire un movimento della riscoperta di un agricoltura
self-made tale agricoltura darebbe alle città e ai paesi come beneficio
l’evapotraspirazione che consente una sensibile mitigazione della temperatura
estiva.
Tutto questo è ancora più urgente per favorire il processo
di consapevolezza di cibi sani e genuini che derivano dal nostro territorio.
Questa consapevolezza potrebbe essere propedeutica a un consumo consapevole a
chilometri zero poiché siamo favoriti dal clima grazie al quale non è difficile
l’ottenimento di produzioni agroalimentari da primato in tutte le stagioni.
La Bibbia racconta che il Figlio Prodigo mangiava solo
Carrube ritornando alla casa paterna e ovunque si richiama al Carrubo il Pane
di San Giovanni, poiché dice la leggenda che il Battista non prendeva altro
alimento che il frutto di questo albero. A chi gli chiese il perché, rispose
che quell'albero, essendo lunare, andava nella sua evoluzione a trasformarsi in
solare, del quale era simbolo il Battesimo e la Redenzione.
La Terra di Lecce è una porzione di territorio ricco di
panorami paesaggistici stupendi ed incantevoli. In questa terra cultura, natura
e tradizioni sono gli ingredienti di un risultato gustoso di bellezza. Ancora
oggi se guardiamo i posti della terra di Lecce possiamo gustarne l’inviolata
rusticità che in alcuni tratti sfiora le vette della natura incontaminata e
selvatica.
Una porzione di selvatico può essere ammirata a San Cesario
di Lecce nella Piazza principale del paese dove sono stati piantati due
magnifici alberi di Carrubo. Siccome trovo in questa pianta molte similitudini
con la mia filosofia ho apprezzato molto il responsabile (a me ignoto) della
scelta di queste due piante.
Il Carrubo ha percorso lo stesso tragitto della stampa e
della carta che sono giunte nel continente europeo attraverso gli arabi che le
importarono dall'Asia minore.
Mi assomiglia molto perché il Carrubo è una pianta che si
adatta anche ai terreni più difficili e ha uno spirito di tenacia e
perseveranza. La sua longevità dimostra una gran voglia di vivere.
Mi sento molto suggestionato dalla pianta del carrubo poiché
i suoi frutti necessitano di un lungo periodo di maturazione, così come la mia
vita che ha richiesto altrettanto tempo. I risultati del lavoro del carrubo
sono preziosi e ricchi di contenuti, così come quelli della mia vita e così
come penso anche della vostra.
Le foglie persistenti fanno sì che la pianta non si spogli
mai del proprio fascino, adornando inoltre il paesaggio circostante.
Il Carrubo (Ceratonia siliqua), conosciuto come pane di
S.Giovanni; appartiene alla famiglia delle Leguminoseae (sottofamiglia
Ceasalpinioideae) e al genere Ceratonia che comprende la sola specie Ceratonia
siliqua.
Il nome della specie deriva per metà dal greco keràtion
(=piccolo corno) e per metà dal latino siliqua (=baccello)., i semi sono detti
Karati in quanto utilizzati per pesare le pietre preziose e l’oro. Dai semi
inoltre si ricava una farina utilizzata nella preparazione di budini, gelatine,
marmellate giacché possiede un potere addensante.
Il germe, ricco di proteine, è utilizzato per la produzione
di prodotti dietetici per i diabetici. Il frutto, lomento (deriva da ovario
monocarpellare plurispermio, è suddiviso in una serie di logge monosperme
chiuse che possono essere anche piene di polpa a circondare il seme, si apre
trasversalmente.
Da alcuni viene considerato una modificazione del legume), è
un legume di tipo particolare, indeiscente (si dice indeiscente il frutto che,
anche giunto a completa maturazione, non si apre spontaneamente per fare uscire
il seme), che matura dopo un anno dalla fioritura.
Il legno, duro e pesante, fornisce carbone, legna da ardere
ed è sfruttato per l’ebanisteria e la costruzione d’attrezzi agricoli.
La pianta del carrubo è antica e nobile ma dobbiamo prendere
atto che è trascurata. Da lontano potrebbe essere confuso con il Leccio ( la
nostra quercia) soprattutto per via del colore verde scuro delle sue foglie. Ma
se osservate con maggiore attenzione e da vicino gli alberi di Carrubo nella
Piazza antistante al palazzo Ducale Marulli a San Cesario di Lecce potrete
distinguere nettamente la forma delle foglie che, pur essendo coriacee come
quelle del Leccio, sono composte da più foglioline disposte su due file e
innestate sull'asse centrale della foglia ed in numero pari (in termine
tecnico: paripennate).
Dal punto di vista ecologico, siccome non ha nessuna
preferenza per i terreni può sopravvivere in quelli più poveri ed inospitali e,
malgrado ciò, di riesce a sviluppare enormi tronchi perfino quando affonda le
radici nelle spaccature delle rocce in definitiva il Carrubo sopporta la
siccità, i terreni sassosi, a bassa fertilità o a elevato contenuto di calcare.
I Fenici ne hanno diffuso la coltivazione in Terra di Lecce
poiché l’ area di origine della specie è il Mediterraneo orientale. Ma furono
gli arabi che scoprirono che tutti i semi del Carrubo hanno la particolare
caratteristica di avere sempre un peso costante (1/5 di grammo).
Gli arabi hanno indicato la pianta col nome di Kharrub o
Charnub e hanno utilizzato per primi i semi detti carati (dall’arabo qirat)
come unità di misura delle pietre preziose. Fino agli anni ‘60 il Carrubo
veniva coltivato e se ne traeva un buon reddito poiché i suoi frutti venivano
impiegati nell’alimentazione del bestiame e per la produzione di alcool dalla
distillazione della polpa di carrube.
Il carrubo è una specie con Piante che producono fiori
maschili e fiori femminili. Nell’arredo urbano è preferibile utilizzare le piante
con fiori maschili per evitare la produzione delle carrube. Inoltre per il
poderoso apparato radicale bisogna, nel porre a dimora l’albero, considerare
che diverrà maestoso e che allo stesso modo si svilupperà l’apparato radicale.
Il Carrubo è un albero sempreverde e le Carrube sono una
valida risorsa per i celiaci, poiché prive di glutine. Possono essere
utilizzate in cucina in sostituzione del cioccolato.
Alcune ricette con le carrube
La carruba viene usata per la produzione di farina ottenuta
da semi e polpa, di carcao, succedaneo del cacao, e di gomma addensante, usata
in pasticceria.
I frutti sono ricchi di fibre, di vitamine del tipo A, D,
B1, B2 e B3, e minerali, quali calcio, potassio, rame e manganese. Inoltre,
grazie alle sostanze pectiche tannini presenti, le carrube hanno proprietà
curative e astringenti, e l'elevato contenuto di fibre conferisce loro un
potere altamente saziante.
Il sapore dei frutti si avvicina un po' a quello del
cioccolato.Il carrubo è coltivato, in ordine di produzione, da Spagna, Italia,
Marocco, Portogallo e Grecia.
Di seguito indico alcune ricette in cui è possibile
utilizzare la farina di carrube, reperibile nei supermercati forniti. In ogni
caso, essa può essere utilizzata al posto del cacao in qualsiasi ricetta. Per
quanto riguarda i frutti, invece, possono essere consumati anche al naturale,
ma sono di difficile reperibilità fuori dei territori in cui l'albero cresce
spontaneo.
Pasta alla farina di carrube
Ingredienti:250 gr di farina, 50 gr di farina di carruba, 3
uova
Preparazione
Mescolate i due tipi di farina e disponeteli a cratere su un
ripiano. Al centro mettete le uova e impastate tutti gli ingredienti fino ad
ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Torta alla carruba
Ingredienti:150 gr di farina, 100 gr di farina di carrube, 250
gr di zucchero, 3 uova, 1 bustina di lievito, 1 bustina di vanillina, 1
bicchiere di latte.
Preparazione
Impastate tutti gli ingredienti in un terrina. Imburrate una
teglia e cospargetela di farina. Versate il composto e infornate a 180° per
mezz'ora circa.
Crema di carrube
Ingredienti:150 gr di nocciole sgusciate, 50 gr di farina di
carrube, 1 cucchiaio di cacao , amaro, 4 cucchiai di zucchero a velo, latte
q.b.
Mettete gli ingredienti in un frullatore. Mettete il
composto in un pentolino e riscaldate a fuoco basso aggiungendo il latte piano
piano.
Magazine Ecologia e Ambiente
I suoi ultimi articoli
-
Xylella quasi in diretta da Bari
-
Consorzi di Bonifica 22 marzo 2016
-
Olio lampante la mia proposta del 25 ottobre 2010
-
E se la quantità di fitofarmaci e diserbanti venduta dai grossisti della Provincia di Lecce fosse consegnata nella intera Regione Puglia e nell'intero Paese Italia?