In questi giorni è di attualità ‘il caso Alcoa’ ovvero lo stabilimento di Portovesme in Sardegna della multinazionale americana leader della produzione d’alluminio, la Alcoa appunto, che chiuderà a breve lasciando per strada piu di 500 operai. Per manifestare la loro protesta, tre operai si sono arrampicati sul tetto di un silo a 70 metri d’altezza e non intendo scendere.
Da dove nasce il problema?
Gli americani hanno deciso: in Italia l’energia elettrica costa troppo, la UE aveva ordinato nel 2009 la restituzione allo Stato di 270 milioni di euro considerati “aiuti di Stato” proprio destinati a calmierare i prezzi dell’approvvigionamento elettrico necessario alla lavorazione dell’alluminio. Da allora non sono stati fatti passi avanti significativi, per i vertici dell’azienda il problema della spesa per energia è decisivo e la chiusura diventerà operativa nel giro di poche settimane.
Ma l’Alcola non è affatto in crisi, l’azienda madre va a gonfie vele:
Ha chiuso il 2011 con un utile netto pari a oltre 600 milioni di dollari ed un utile operativo superiore al miliardo di dollari.
E la politica cosa dice? Se Alfano Casini e Bersani dichiarano la loro solidarietà agli operai, il Ministro dello Sviluppo Corrado Passera è stato lapidario:
«Quella di Alcoa è una situazione quasi impossibile data la difficoltà a trovare investitori disposti a portare avanti il progetto»
Gli ultimi aggiornamenti danno una possibile via di uscita per la vertenza industriale:
Alcoa, sì del ministero a Glencore: «Tariffe agevolate per 15 anni»
La nota dello Sviluppo Economico per venire incontro alle richieste della multinazionale svizzera: sconto tariffario per 15 anni sul costo dell’energia a condizione della tutela dei lavoratori.
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