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Il caso Aldrovandi

Da Maurizio Lorenzi

Su “prima difesa”, gruppo su facebook a difesa dei rappresentanti delle forze dell’ordine

 Uno dei poliziotti condannati insulta su Facebook la mamma di Federico Aldrovandi

 «Che faccia di c…, una falsa ipocrita. Spero che i soldi che ha avuto ingiustamente possa non goderseli come vorrebbe»

Il caso Aldrovandi
 «Che faccia da c… aveva sul tg, una falsa e ipocrita, spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (2 milioni di euro, risarciti dal ministero degli interni alla famiglia Aldrovandi, ndr) possa non goderseli come vorrebbe, adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie». Sono le parole di Paolo Forlani, uno dei 4 agenti condannati in via definitiva a 3 anni e sei mesi per la morte di Federico Aldrovandi. L’agente ha scritto nei giorni scorsi sulla bacheca del gruppo Facebook «Prima Difesa», amministrato da Simona Cenni e che «tutela gratuitamente per cause di servizio tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate». Un gruppo a cui risulta iscritta anche la campionessa olimpica Valentina Vezzali.

IL GRUPPO – Le dichiarazioni dell’agente, riportate dall’Ansa (e poi rimosse dal social network) erano state postate dopo l’intervento del presidente del gruppo, che commentava un’intervista a Patrizia Moretti, la madre del ragazzo morto nel settembre 2005 a Ferrara: «Avete sentito la mamma di Aldrovandi – aveva scritto Cenni – fermate questo scempio per dio… vuole che i 4 poliziotti vadano in carcere… io sono una bestiaaaaa». Tra i commenti, oltre a quello del poliziotto condannato, c’è qualcuno che paragona Federico a un «cucciolo di maiale». Poi l’intervento di Forlani: «Vedete gente – scrive – non puoi fare 30 anni questo lavoro ed essere additato come assassino solo perchè qualcuno è riuscito a distorcere la verità, io sfido chiunque a leggere gli atti e trovare un verbale dove dice che Federico è morto per le lesioni che ha subito…ma noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non ha fatto niente per aiutarlo, mi fa incazzare un pochino e stiamo pagando per gli errori dei genitori, massimo rispetto per Federico ma mi dispiace, noi non lo abbiamo ucciso…».

LA QUERELA – Patrizia Moretti, madre di Federico, ha presentato ai carabinieri di Ferrara una denuncia-querela per diffamazione e qualunque altro reato che sia ravvisabile contro il gruppo-associazione «Prima Difesa». Tra i reati ipotizzati anche le minacce: «Tutto questo – commenta Moretti – è una cosa preoccupante. Si sono permessi di dire di tutto sul nostro conto, anche dopo la sentenza della Cassazione. È la prima volta che presento una querela in questa lunga vicenda, l’ho fatto per dire basta, dopo la sentenza definitiva, alle offese che riceviamo. Ancora tanti continuano a ribadire le stesse cose, con insulti: ci sono voluti 7 anni di processi per affermare che erano solo balle. Non è servito, e adesso basta, basta davvero».

Redazione Online, di Corriere.it, 25 giugno 2012

Fin qui la cronaca, o presunta tale. Ma tu, che ne pensi? E’ davvero tutto così come appare? Ci si deve per forza schierare in questi casi o è possibile osservare, con spirito neutrale ,l’evolversi della situazione?

   MaLo


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