Il caso Boldrini dentro e fuori il Palazzo.
Creato il 08 febbraio 2014 da Lorenzo Zuppini
@lorenzozuppini
La Boldrini ha ragione, sia riguardo la patetica scenata alla Camera a m0′ di contestazione studentesca tenuta dai penta stellati e sia riguardo dell’input lanciato da Grillo su Facebook che ha portato ad una valanga di insulti. Sono sempre molto scettico a schierarmi dalla parte di una persona (uomo o donna non fa differenza) che si lamenta per delle offese subite, in quanto è ormai prassi comune fare la parte del cane bastonato per una qualsiasi critica un po’ più pesante del consueto. Ed ugualmente scettico sono ad appoggiare chi qualifichi un po’ troppo facilmente degli insulti come di stampo sessista, poichè l’arma del sesso la si può utilizzare per offendere, vero, ma molto spesso l’uso che ne facciamo è opportunistico e quindi neanche ci crediamo veramente a ciò che diciamo. Del tutto diverso è il caso inizialmente citato, quello riguardante il Presidente della Camera. Innanzi tutto il Parlamento è un’istituzione, non un liceo entro il quale si può urlare, insultare, impedire il corretto svolgimento dei lavori e che tantomeno si può occupare. I grillini questo non lo hanno capito, si credono gli unici bravi e responsabili lì dentro quando invece non apportano niente di concreto o di utile. Loro sono l’incarnazione di quei sentimenti rozzi ma leciti e giustificabili che da mesi e mesi circolano nel Paese, l’odio e la rabbia irrefrenabili, e il lavoro che svolgono all’interno del Palazzo ne risente fortemente in quanto caratterizzato proprio da questi due elementi pericolosi. Non va bene, non ci siamo per niente, ed è bene che quegli attimi di pura follia non si parino nuovamente davanti ai nostri occhi perché l’opposizone deve fare il suo lavoro, ma neanche può pretendere di bloccare ad oltranza i lavori della maggioranza del Parlamento che rappresenta appunto la maggioranza degli elettori.Uscendo per strada qual’è stata la reazione di coloro che sono estranei al Palazzo? Il primo fra tutti a reagire è stato Grillo, una sorta di capo scout che i suoi lupacchiotti devono seguire passo per passo pena l’espulsione dal partito. Egli, apparentemente senza utilizzare frasi ingiuriose, aizza il popolo grillino (quello tormentato dalla rabbia e dall’odio ) contro il Presidente Boldrini, cosicché si capisse che anche fuori dal Parlamento a molte persone non era piaciuta la “ghigliottina” utilizzata dalla Boldrini. Il finimondo più assoluto, la faccia paonazza e la bocca bavosa di coloro che avevano abboccato all’esca di Grillo me la immagino, e mi si parano davanti migliaia di persone ormai cieche e disperate che si fanno guidare dal primo aizzapopolo che la società partorisce, e pronte a giocarsi la propria dignità per rispondere all’adunata di quel fanatico genovese. Inutile dire che la maggior parte degli insulti erano a sfondo sessuale e diretti a colpire la dignità di donna che anche Laura Boldrini logicamente ha. Lei si è incazzata come una iena, e come darle torto? Il signorino Travaglio recita le sue solite stronzate perbeniste dicendo che lei deve aspettarsi delle critiche feroci e saperle incassare, ma si sa, lui sta sempre dalla parte più comoda, quella che non può essere attaccata, ed una volta era la sinistra antiberlusconiana, oggi è il Movimento 5 stelle antitutto. Un tempo un signore urlava “Vincere!” e il popolo rispondeva “E vinceremo!”, oggi un altro signore ha urlato “Boldrini!” e il popolo ha risposto “Troia!”, e la cosa che mi preoccupa di più e la somiglianza delle due situazioni.P.S. Quando ad essere insultate erano le donne del centrodestra, tipo la Santanchè alla manifestazione di Brescia, in pochi hanno alzato la voce per difenderle e purtroppo il Presidente Boldrini fu una di queste. E guarda caso in quel frangente a Brescia le bandiere degli oppositori beceri portavano le scritte “Sinistra Ecologia e Libertà” e “Movimento 5 stelle”. Chi di offesa ferisce, di offesa perisce.
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