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Il caso dei 2 Marò

Creato il 28 marzo 2013 da Batsalegio @batsalegio

maro-india-2Questi sono i fatti :

Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono stati arrestati il 15 febbraio 2011 in India, dove sono accusati di avere ucciso due pescatori mentre lavoravano come scorta sulla petroliera Enrica Lexie. Secondo gli italiani i colpi sarebbero stati sparati in acque internazionali, secondo gli indiani la manovra è avvenuta in acque controllate dalle autorità locali. Latorre e Girone avevano ottenuto un primo permesso nel dicembre del 2012: tornarono in Italia due settimane per le feste natalizie in cambio di una “garanzia” pari a 800mila euro da parte del governo italiano. A “licenza” terminata, i due marinai ripartirono regolarmente per l’India, dove il loro caso sarebbe stato poi trasferito dalla corte del Kerala che fino ad allora se ne era occupata al tribunale di New Delhi.

Il secondo permesso era stato concordato a febbraio: la Corte suprema aveva concesso il ritorno ai due marinai per votare alle elezioni. Il permesso aveva la scadenza del 22 marzo, ma l’11 dello stesso mese il ministero degli Esteri annunciò che l’accordo non sarebbe stato rispettato e che Latorre e Girone sarebbero rimasti in Italia. La decisione fu poi ribaltata in pochi giorni dal governo italiano, e oggi Terzi ha detto di non essere stato d’accordo

Il ministro degli Esteri, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, ha annunciato le sue dimissioni in conclusione di un suo intervento alla Camera. Terzi stava riferendo sul caso dei due marinai italiani arrestati in India e ha motivato le dimissioni spiegando di non essere stato ascoltato relativamente alla decisione di far tornare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in India, e non averla condivisa. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, è intervenuto dopo Terzi difendendo invece la decisione del governo. [cit. Il Post]

Questo è invece l’ottimo intervento in Parlamento del “Cittadino” a 5 Stelle Alessandro Di Battista, cittadino portavoce M5S alla Camera

“Non ci bastano le sue dimissioni, ministro degli Esteri. Noi vogliamo capire e capire bene. Vogliamo sapere dettagliatamente le disposizioni d’ingaggio consegnate ai militari a bordo. Vogliamo sapere, signori ministri, quale sia stata l’autorità che, consultandosi con gli armatori dell’Alexia, ha consentito l’inversione di rotta della nave, come intimato dalle autorità indiane. Inversione effettuata dopo due ore dall’incidente! Vogliamo sapere il nome, il cognome e il grado dell’autorità militare che ha ordinato ai nostri due fucilieri di scendere a terra e consegnarsi di fatto alle autorità indiane dello stato del Kerala, violando le norme a tutela dei diritti umani secondo cui nessun individuo dev’essere consegnato a un Paese dove rischia di essere sottoposto a pena di morte. E ancora, signori ministri, vogliamo sapere se ci sono state dazioni di denaro a favore delle autorità indiane o dei loro singoli rappresentanti, l’esatto ammontare di tali eventuali dazioni, le precise motivazioni e se per puro caso ci sono stati riferimenti diretti o indiretti con l’operazione Finmeccanica. Il sospetto è condiviso: il fatto che il ministro della difesa di New Delhi abbia sbloccato l’accordo commerciale da 300 milioni di euro con la WASS di Livorno per la fornitura di siluri ad alta tecnologia c’entra qualcosa con la consegna dei nostri soldati? Gli affari sono più importanti delle vite umane signori ministri? Pretendiamo che il documento scritto dal Ministero degli Esteri indiano che attesta che non ci sarà la pena di morte per i nostri militari, visionato dal sottosegretario de Mistura, sia reso pubblico immediatamente chiarendo ogni dubbio sulla sua reale esistenza.
Chi è responsabile deve andare a casa. Noi siamo nuovi signori ministri, siamo nuovi e siamo giovani. Ci siamo chiesti, in questi primi giorni di lavoro, se saremo all’altezza del compito che il popolo italiano ci ha affidato. Beh, se voi siete i tecnici, i cosiddetti esperti, non abbiamo dubbi che i cittadini nelle istituzioni sapranno fare molto meglio!”

E invece ieri Mario Monti è intervenuto alla Camera dei Deputati per riferire sulla questione delle dimissioni del ministro degli Esteri. Terzi aveva motivato le sue dimissioni spiegando di non essere stato ascoltato relativamente alla decisione del governo di far tornare i due marinai Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in India, e non averla condivisa.

Monti ha smentito in diversi punti la ricostruzione fatta da Giulio Terzi. Ha detto che la decisione di non far tornare i marinai in India, risalente a lunedì 11 marzo e diffusa da una nota del ministero degli Affari Esteri, non era ancora definitiva ma solo un’ipotesi che il CISR, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, stava valutando. Di fatto Terzi avrebbe diffuso questa nota senza che la decisione fosse stata formalmente approvata dal governo.

Monti ha contestato anche le motivazioni delle dimissioni di Terzi: nella notte tra il 21 e il 22 marzo i due fucilieri di Marina erano tornati in India, dopo che il governo aveva cambiato nel giro di pochi giorni la sua decisione. Terzi, prosegue Monti, aveva spiegato le ragioni di questa scelta – sostenendola – in una lunga intervista su Repubblica, dicendo che il governo aveva ottenuto “la garanzia che non verrà applicata la pena massima prevista per il reato di cui sono accusati” i due marinai, ovvero la pena di morte. Quanto dichiarato a Repubblica da Terzi sarebbe quindi in contraddizione con le motivazioni delle dimissioni dello stesso Terzi.

Monti ha detto inoltre di essere rimasto stupefatto del comportamento di Terzi: sia per quello che ha fatto, cioè rendere note le sue dimissioni alla Camera senza avere anticipato nulla al Capo dello stato e al presidente del Consiglio, sia per quello che non ha fatto, cioè di non avere mai espresso la propria contrarietà alla decisione di far tornare i due marinai in India. Monti ha riferito di una riunione che si era tenuta la mattina di martedì 26 marzo nel suo ufficio a Palazzo Chigi in cui erano presenti, oltre a lui e a Terzi, anche i ministri della Difesa e della Giustizia e molti altri collaboratori. Durante quell’incontro si era concordato un documento sul ritorno di Girone e Latorre in India: a detta di Monti, Terzi non avrebbe opposto alcuna obiezione al testo del documento, che avrebbe dovuto leggere proprio ieri durante il suo intervento.

Per tutta la durata del suo intervento, Monti ha usato toni molto duri nei confronti di Terzi, riferendosi anche a presunte mire politiche future dell’ex ministro degli Esteri: «Ho ragione di ritenere che l’obiettivo non fosse quello di modificare una decisione ma fosse quello, più esterno, di conseguire altri risultati che nel corso del tempo diventeranno più evidenti». [cit. Il Post]

Insomma in questa storiaccia, si evince la profonda inadeguatezza degli attori in scena. La brutta figura internazionale fatta dall’Italia, la quale senza un governo credibile è ormai uno spauracchio deriso dal mondo. Gli indiani minacciano di arrestare il nostro ambasciatore, calpestano qualsiasi norma di diritto internazionale e noi nulla, litighiamo.

Non riusciamo manco a formare un Governo, litighiamo pure su quello per egoismi propri.
Son convinto che a qualcuno faccia comodo che l’Italia vada allo sfascio, ci godono quasi.

 



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