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Il caso Englaro

Creato il 05 ottobre 2010 da Giovannipaoloferrari
Il caso Englaro
Se qualcuno me lo chiede rispondo...
L'eutanasia è illegale in Italia e non esiste una legge sul testamento biologico come in tanti altri Paesi europei. Questo per me già è un limite a tutto quello che si può dire o fare. Se il Parlamento non legifera su queste questioni sarà difficile arrivare a delle conclusioni e il dibattito pubblico sarà viziato e sterile.
Sono stato sempre favorevole all'eutanasia: come pratica per alleviare le sofferenze umane e agevolare la dipartita di individui condannati dalla stessa vita...
Essere malati significa vivere una situazione di sofferenza. Se l'individuo decide di non soffrire altrimenti, in uno Stato di Diritto, deve essere garantita la possibilità di spegnersi senza che alcuno possa metter bocca.
Lo sciacallaggio mediatico a cui abbiamo assistito in questi giorni, unito a quello politico, di una parte, che ha cercato di speculare sul fatto per imporre ancora una volta e ancor più prepotentemente la sua ideologia, è vergognoso.
Il padre aveva tutto il diritto di lasciare andare Eluana Englaro, a prescindere da quello che lei aveva sostenuto ancora cosciente. L'unico responsabile della vita di quella persona, giuridicamente, era lui. La scelta che ha fatto per la figlia non ci interessa: fa parte di quella sfera privata e intima, di cui la stampa non dovrebbe occuparsi. Le motivazioni non dovrebbero interessarci. Il dramma è un dramma privato.
Purtroppo il vacuum legis, il vuoto legislativo, a cui facevo riferimento poc'anzi non ha permesso che la Englaro terminasse le sue attività cerebrali e la esistenza in maniera più serena. Questo per me è l'unica cosa dove si può metter becco! L'eutanasia, come viene praticata in Paesi come l'Olanda, è ben altra cosa: non è una terapia del dolore, ma è una terapia per il dolore.
Ivan Illich, nel suo Nemesi, ci insegna tanto e chi ha vissuto la condizione della malattia all'interno del suo nucleo familiare sa perfettamente cosa vuol dire soffrire ed essere sofferente.
Credo che istituzioni, quali la Chiesa Cattolica romana, non dovrebbero influenzare e spingere per soluzioni vicine alla sua ideologia, ma dovrebbero tacere di fronte alla tragedia di una famiglia. Il ruolo della Chiesa, oggi come ieri, dovrebbe essere quello di proteggere ed aiutare i bisognosi, non di entrare in un dibattito politico per imporre il proprio pensiero autarchico.

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