Loredana Aiello 25 luglio 2013
Si è spento a febbraio, all’età di 87 anni, il noto scrittore Renato Olivieri, autore di numerosi romanzi gialli e ideatore del commissario Giulio Ambrosio, a cui molti dei suoi volumi sono dedicati. Per ricordarlo, la Mondadori ripropone Il caso Kodra, un libro del 1978, il primo di Renato Olivieri e il primo in cui compare l’affascinante personaggio di Ambrosio, ancora non nelle vesti di commissario, ma di vice.
Milano, 6 gennaio 1975: il corpo di una donna viene trovato esanime tra l’asfalto e il marciapiede di via Catalani, all’angolo con via Porpora. L’ipotesi più accreditata in un primo momento è che si tratti di un caso di pirateria; secondo un testimone, infatti, un’auto, una Fiat 132 bianca, si è allontanata dal luogo del ritrovamento, sparendo tra le nebbie milanesi. La donna, Anna Kodra, di 53 anni, originaria di Fiume, portata d’urgenza al Policlinico, muore in meno di un’ora dal suo arrivo. Prima di spirare però, pronuncia un nome, che l’infermiera di turno, Emanuela Quadri, descrive come un farfugliato “Paola” o “Pola”, forse anche “Paolo”. Spinto più dalla nostalgia di rivedere i luoghi della sua gioventù che dal rapporto sull’incidente, il vice commissario Giulio Ambrosio decide di recarsi in via Catalani, strada in cui non solo la vittima era stata ritrovata, ma anche in cui risiedeva. Iniziano così le indagini sulla morte di Anna Kodra e i misteri si infittiscono. La prima ad essere interrogata è la vicina della vittima, la signora Papetti, «una vecchia indomabile, magra, sui settant’anni, con una voce robusta», che fornisce al poliziotto ben poche informazioni sulla donna che abitava al piano di sotto. La descrive come solitaria, un “orso”, a cui nessuno faceva mai visita, né parenti, né amici. Tappa successiva sarà il Policlinico, perché l’agente Prandi riferisce ad Ambrosio che il medico che ha avuto in cura Anna, Giuseppe Ancona, ha rilevato solo una vistosa ferita alla nuca e nessun altro segno di contusione. In ospedale Ambrosio non trova il medico, ma ha modo di parlare con Emanuela Quadri, con la quale prende accordi per incontrarla dopo il turno di lavoro, affinché gli consegni la borsa della vittima, borsa che probabilmente contiene le chiavi dell’appartamento in cui abitava la Kodra. In realtà, lo stesso vice commissario ammette a se stesso che si tratta solo di una scusa per avere l’occasione di vedere nuovamente l’infermiera; dopo la separazione dalla moglie, Francesca, era passato molto tempo da quando si era sentito attratto da una donna. Pochi ingredienti compongono il primo giorno di indagine, ma se ben amalgamati e lavorati opportunamente contengono elementi sufficienti per proseguire attentamente nella lettura.
Da giovedì, giorno dell’incidente, a martedì pomeriggio, giorno della risoluzione (lo stesso libro è diviso in giorni e parti di giorno al posto dei consueti capitoli), l’investigazione si svolge a ritmo serrato: dalla enigmatica pronuncia di quel nome, di wellesiana memoria, un po’ il Rosebud di Citizen Kane (Quarto potere), alla scoperta di ciò che cela del passato della donna, molti sono gli interrogativi a cui Ambrosio deve far fronte. Se il ritmo è serrato, la metodologia d’indagine risulta, nel 2013, un po’ datata; talvolta l’intuito del vice commissario è più paragonabile a un colpo di fortuna o a fortuita casualità che a “fiuto” poliziesco. Tuttavia questo carattere un po’ rétro ben si addice al modo nostalgico con cui è descritta Milano: una città dalle tinte grigie ma piena di teneri ricordi. Elemento catalizzatore d’attenzione, più della risoluzione del caso, è il personaggio di Ambrosio; un uomo di quarantotto anni, somigliante all’attore Lino Ventura, solitario e malinconico. La sua personalità e la sua storia vengono pian piano svelate nel corso della lettura: non è un rude poliziotto, ma una persona timida e colta, un raffinato intenditore d’arte e appassionato di letteratura. Nelle sue memorie ritorna spesso il ricordo di Francesca, l’ex moglie, che lo ha lasciato per un’altra persona. Non sono ben chiari i suoi sentimenti per lei, ma sicuramente il suo cuore è pronto ad andare avanti: assistiamo infatti al nascere di una relazione con l’infermiera Emanuela. Renato Olivieri rivela le sue ottime doti di narratore nel descrivere ambienti e protagonisti del racconto: Milano, nelle sue vie e nei suoi colori; personaggi, anche minori, sempre ben tratteggiati, persino nel loro modo di parlare (dagli intercalari fino all’uso di un italiano regionale). Paragonabile a un fresco aperitivo d’estate, Il caso Kodra merita sicuramente una rispolverata.