Magazine Politica

Il caso Pussy Riot tra giustizia e politica: intervista al console Bernhard Kiem

Creato il 22 agosto 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Il caso Pussy Riot tra giustizia e politica: intervista al console Bernhard Kiem

Il caso delle tre “Pussy Riot” – gruppo punk russo, nemico giurato del governo, che è incorso in una severa condanna giudiziaria per aver turbato una funzione religiosa nella Cattedrale di Cristo Salvatore – da alcuni giorni domina le pagine dei giornali di tutto il mondo. Mentre la giustizia russa ha emesso la sua condanna per “teppismo motivato da odio religioso”, i paesi occidentali hanno bollato la sentenza a due anni di carcere come “sproporzionata”. I sondaggi d’opinione rivelano che la maggioranza dei cittadini russi considera giusta la condanna per l’esibizione blasfema e anti-religiosa, mentre all’estero numerose personalità della politica e dell’arte descrivono invece le “Pussy Riot” alla stregua di perseguitate politiche. Giacomo Guarini ha interpellato per noi Bernhard Kiem, console onorario della Federazione Russa a Bolzano, che ha espresso le sue opinioni personali sull’argomento.

 
Da diversi giorni i riflettori sono puntati sul caso giudiziario che vede coinvolte alcune esponenti del gruppo musicale russo Pussy Riot. Cosa vuol dirci sul merito della vicenda e cosa sulla forte mobilitazione mediatica e politica creatasi al riguardo nei paesi occidentali?

Certamente il Tribunale di Mosca ha deciso secondo le leggi della Federazione Russa, decisione che tra l’altro condivido pienamente. Un atto di tale volgarità in Russia non poteva rimanere privo di conseguenze, anche perché in Russia la disciplina è fattore importante dell‘educazione civica. La mobilitazione mediatica, e anche politica, è strumentalizzata e sembra proprio che le Pussy Riot – che non hanno mai pubblicato una raccolta di canzoni e non hanno mai fatto un concerto – abbiano avuto come unico motivo del loro spettacolo l‘offesa alla Chiesa e al Presidente della Federazione Russa, per poter infangare un paese a livello politico e screditarne l‘immagine internazionale. Ritengo che la discussione e la critica siano non solo ammesse ma necessarie, e facciano parte della libertà dell’individuo, ma l‘offesa, la diffamazione e il vilipendio sono dei reati che vanno sanzionati secondo le norme previste.

Con il caso Pussy Riot assistiamo nuovamente ad una Russia sotto accusa a livello internazionale. Prescindendo anche dal merito della vicenda, siamo in un certo senso abituati ad un ciclico e intenso attacco politico-mediatico a danno della Russia. Lei stesso ha fatto riferimento in altra sede alla questione della guerra russo-georgiana di quattro anni fa, ma altri diversi esempi potrebbero farsi, a partire dalle polemiche legate alle ultime competizioni elettorali nel paese. Vede delle analogie nel modo in cui l’area occidentale affronta e giudica diverse delicate questioni riguardanti la vita politica e civile, nonché gli affari internazionali della Federazione Russa?

Certo che vedo analogie in questi atteggiamenti del mondo occidentale, il quale sembra voler fare sempre da giudice di ultima istanza. Personalmente sono molto dispiaciuto di questo affronto mediatico insensato. Ripetutamente il mondo occidentale si è dovuto scusare con la Federazione Russa per attacchi mediatici, come quelli relativi alla guerra russo-georgiana, alle elezioni, ecc. Solo che quando arrivano le scuse, ed anche i rapporti delle Nazioni Unite che provano che i mass media avevano sbagliato, il danno all’immagine della Federazione Russa ormai è fatto, le scuse non trovano più spazio sugli stessi mass media e così la diffamazione rimane non solo impunita, ma anche senza rettifica in favore della Russia.

Un simile atteggiamento politico-mediatico può prestarsi ad una lettura geopolitica?

Queste sono supposizioni che certamente hanno più fondamento di quelle che agitano lo spauracchio di un ritorno dello stalinismo in Russia o che parlano di una Russia ove non esiste più libertà di espressione. Certamente invece chi si occupa di Russia, chi vive in Russia o anche i russi all’estero sanno qual è la situazione reale; sanno che Putin ha il sostegno della maggioranza del popolo e che queste quattro donne non hanno fatto un simile spettacolo per interesse o convinzione propria. In Russia si sorride all’idea dell’attacco mediatico: il paese ha problematiche molto più serie da affrontare.

In questa cornice di rapporti non facili fra Occidente e Russia, come vede lo stato delle relazioni fra l’Italia e la stessa Federazione Russa? Nell’ambito delle relazioni euro-russe, ritiene che il nostro paese possa dare un proprio contributo al superamento di certe evidenti difficoltà e una spinta verso una più forte cooperazione politica, economica e culturale?

Le relazioni fra l’Italia e la Russia sono ottime e la collaborazione politica, culturale ed economica è più forte che mai. La crisi economica nei rapporti commerciali fra i nostri paesi è superata, ora più che mai le aziende italiane sono pronte ad investire nel mercato russo per trovare nuovi consumatori del Made in Italy. Monti è stato il primo premier a fare visita ufficiale a Putin dopo che questi è tornato alla guida della Russia. Lo scambio commerciale tra i due paesi garantisce tantissimi posti di lavoro in Italia. Il nostro paese non può quindi che essere un ottimo esempio per il resto dell’Europa, per una collaborazione positiva e prosperosa con la Federazione Russa.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :