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❖ Come a Roswell, anche nell’ex Unione Sovietica precipitò un UFO nel 1948.
Tutti gli appassionati di Ufologia conoscono il cosiddetto “Incidente di Roswell”, la storia di un’astronave aliena precipitata nel 1947 nei pressi della base aerea di Roswell nel Nuovo Messico, e dei corpi degli extraterrestri esaminati e sezionati su un tavolo autoptico all’interno del complesso militare. Gli studiosi di “cose sovietiche” conoscono invece un termine, chiamato “politica dello specchio”, che descrive la consuetudine degli specialisti sovietici, durante la Guerra Fredda, di massimizzare lo sviluppo tecnologico e minimizzarne i costi attraverso un processo di “copiatura” dei prodotti occidentali rivelatisi più efficaci. In questo modo si evitava di disperdere energie in programmi e sperimentazioni infruttuose e si ovviava in parte ai limiti intrinseci di un sistema sociale in cui l’assenza di libera concorrenza ostacolava lo sviluppo di nuove tecnologie.
EXPERIMENT – Ebbene, sembra che anche nel campo dell’Ufologia i sovietici abbiano voluto imitare gli americani, e così all’incidente di Roswell del 1947 hanno contrapposto quello di Kasputin Yar del 1948. Ovviamente stiamo ironizzando, anche non mancano curiose analogie tra i due episodi, e in generale l’Ufologia “rossa”, che vanta un gran numero di racconti su avvistamenti e incidenti asseritamente avvenuti dietro la Cortina di Ferro durante gli anni della Guerra Fredda, è stata alimentata per anni dalla segretezza esasperata che copriva le attività militari e scientifiche sovietiche, per poi esplodere dopo il collasso dell’URSS, probabilmente per via del fatto che tanti scienziati e militari, rimasti senza lavoro e senza stipendio, erano disposti a cavalcare qualsiasi teoria e leggenda pur di portare a casa un po’ di quattrini. Di recente anche History Channel si è occupato del caso Kasputin Yar con un avvicente documentario dal quale traiamo il racconto di questa leggenda. Dunque, Kasputin Yar era una segretissima base missilistica sovietica, situata a una novantina di chilometri dall’allora Stalingrado, che comprendeva un complesso per la sperimentazione di vettori spaziali, missili balistici nucleari e nuovi aerei militari. La località era così segreta da non essere nemmeno menzionata nelle carte geografiche ufficiali e la vicina città di Zhitkur fu evacuata e rasa al suolo. La protezione del sito era garantita, tra l’altro, da caccia intercettori. Un bel giorno i radar della difesa aerea della base avvistarono un oggetto non identificato e i controllori inviarono un MiG per intercettarlo. Il pilota giunse a contatto visivo con l’oggetto, descrivendolo come una specie di grosso sigaro argenteo. Improvvisamente l’UFO aprì il fuoco contro il caccia, sparandogli degli strani raggi. A quel punto il pilota fu autorizzato ad abbattere l’aeronave, e per circa tre minuti il caccia e l’UFO duellarono finché un missile lanciato dall’intercettore russo riuscì a colpire il bersaglio. Anche il MiG fu però colpito a sua volta, ed entrambi – caccia e UFO – precipitarono al suolo. Addirittura Bill Birnes, apprezzato ufologo e redattore della rivista UFO Magazine avanza l’ipotesi che il missile lanciato dall’intercettore sovietico (secondo alcune fonti si trattava di un caccia del modello MiG-15) avrebbe colpito e danneggiato il sistema antigravitazionale dell’aeronave, causandone la caduta al suolo. I militari avrebbero poi recuperato i rottami e i corpi degli alieni e li avrebbero portati nella base di Kasputin Yar per analizzarli. L’UFO sarebbe stato trasferito all’interno di laboratori sotterranei per sfuggire alle fotocamere dei satelliti e degli aerei spia americani. Sempre secondo Birnes i sovietici erano estremamente interessati a studiare i segreti della tecnologia extraterrestre in quanto temevano che gli americani potessero avvantaggiarsi di quanto scoperto analizzando i resti dell’astronave precipitata a Roswell.
EPPURE – Negli anni presso la base di Kasputin Yar sarebbero stati concentrati i rottami di tutti gli UFO precipitati o catturati, compreso un esemplare caduto in Polonia nel 1997. Ora, fin qui la leggenda. E come tutte le leggende basate sul niente, ossia frutto di congetture e racconti inverificabili e senza alcun supporto documentale, è semplicemente impossibile da smentire. Tuttavia c’è un particolare che non torna, ed è sufficiente per concludere che si tratti di una bufala inventata di sana pianta. Tanto per cominciare, il MiG-15 , ossia il caccia che avrebbe abbattuto l’UFO, ha volato per la prima volta in forma di prototipo il 30 dicembre del 1947, ed è entrato in servizio soltanto nel 1950, quindi tre anni dopo i fatti narrati. Prima del MiG-15 i sovietici avevano però schierato altri due modelli di caccia reazione, il MiG-9 e lo Yak-15, che avevano volato per la prima volta nel 1946. Il problema è che nessuno di questi caccia era armato di missili. Il primo missile aria-aria sovietico, l’AA-1 Alkali , entrò in servizio soltanto nel 1957 e i primi lanci sperimentali erano avvenuti nel 1955. In altre parole, nel 1947 i sovietici non disponevano di missili aria-aria né di caccia in grado di lanciarli. L’intera ricostruzione perde quindi di qualsiasi credibilità. Già è difficile immaginare che una sofisticata astronave aliena armata di straordinarie armi a raggio si faccia abbattere da uno dei primi caccia a reazione progettati dagli umani, figurarsi poi se questi caccia fossero stati armati esclusivamente di mitragliatrici e cannoncini. Ma c’è sempre la possibilità di sostenere che l’astronave sia precipitata per un guasto tecnico e che tutta la parte relativa al duello aereo con un caccia intercettore sia stata inventata per condire la storia e renderla più affascinante. In effetti l’intero racconto appare la trasposizione e la fusione di più episodi (in parte veri e in parte inventati) che hanno contraddistinto la storia ufologica americana: l’incidente di Roswell del 1947 (ossia l’astronave aliena precipitata e trasportata in una base militare) e la fine del capitano Mantell nel 1948 a Franklin (Kentucky). Nell’incidente di Franklin, quattro caccia americani tentarono di intercettare un oggetto non identificato di grosse dimensioni che volava a quota molto elevata. Tre di essi dovettero rinunciare in quanto non avevano un impianto efficiente per l’erogazione di ossigeno, mentre il caccia del capitano Thomas Mantell, anch’esso sprovvisto di ossigeno, continuò caparbiamente a salire di quota nel tentativo di raggiungere l’UFO. A causa della mancanza di ossigeno Mantell perse i sensi e precipitò al suolo. Ovviamente gli appassionati di Ufologia decisero che il caccia era stato abbattuto dall’UFO. In realtà l’ipotesi più accreditata è che il capitano perse conoscenza per carenza di ossigeno e che l’UFO era solo uno dei palloni sonda Skyhook lanciati quel giorno da una base militare situata nei pressi. Mettendo insieme l’incidente di Roswell e quello di Franklin e trasponendo il tutto in URSS si è ottenuto il mito di Kasputin Yar.
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