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Il caso Spotlight: la conferenza stampa

Creato il 24 gennaio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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Si è tenuta ieri mattina presso il Cinema Fiamma della Capitale, la conferenza stampa de Il caso Spotlight, il nuovo film di Thomas McCarthy presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia 2015. A rispondere alle domande della stampa, erano presenti il protagonista Michael Keaton e Walter Robinson, il giornalista del Boston Globe che ha condotto la vera indagine sulla corruzione e sulla pedofilia di alcuni esponenti della Chiesa Cattolica di Boston.

Mr Keaton, cosa significa per Lei, essere un giornalista oggi?

È una benedizione. Nella mia carriera ho interpretato ben tre giornalisti e sono molto interessato a questo mestiere. Quando mi è stato proposto il copione, l’ho trovato davvero molto interessante e l’ho subito accettato. Ho visto tutti i film di McCarthy tranne uno e li amo tutti.

Dopo quello che è successo, si dice che il team del Boston Globe sia ormai morto. Mr. Robinson, pensa che in America stia succedendo la stessa cosa?

Grazie per la domanda. Il giornalismo d’inchiesta, oggi, è come un malato terminale che, essendo stato privato dei fondi necessari, non può salvarsi. I direttori americani – ma credo che valga lo stesso per i vostri! – sono dei pazzi a pensare di poter fare a meno del giornalismo d’inchiesta. Se chiedessimo alle persone perché comprano i giornali, risponderebbero che è proprio per quel tipo di notizie.  Credo fermamente che la democrazia smetterà di esistere quando si smetterà di fare giornalismo d’inchiesta perché le istituzioni non si assumeranno le proprie responsabilità.

Michael Keaton interviene:

Ad esempio a Pittsburgh, il luogo in Pennsylvania da cui io provengo, il quotidiano locale consiste in sei misere pagine dove non c’è affatto lavoro investigativo. In un paese vicino successe un episodio di inquinamento dell’acqua in cui persero la vita molti bambini. Non si è mai saputo da cosa fosse originato, ma se ci fosse stato giornalismo d’inchiesta, credo che le cose sarebbero andate diversamente.

Mr Keaton, come si è preparato ad interpretare la parte? Crede che il film avrà successo?

È stato facile, ho trascorso molto con Robi – ormai è il suo soprannome! – a parlare di tantissime cose, non soltanto di questo caso. Io sono curioso proprio di natura e quindi ho assorbito tutto quello che lui mi raccontava, anche sulla sua famiglia e sulle sue esperienze. Poi io ho aggiunto del mio ovviamente avendo ormai dimestichezza con il mondo del giornalismo. Oggi mi sento frustrato da quello che vedo in televisione, credo valga lo stesso anche per l’Italia. Comunque sono convinto che il film avrà grande impatto sul pubblico, con una tematica di questo tipo non può non averlo. Io credo che il film non  punti il dito direttamente contro la religione in generale, non sarebbe giusto. Io stesso sono cresciuto in un ambiente molto cattolico, mia madre non si è mai persa una Messa, tranne quando stava male. Eppure conosco gente che ha perso la fede per episodi di questo tipo. Questa situazione non riguarda solo Boston ma tanti paesi del mondo. Questo nuovo Papa mi piace molto, sono fiducioso nel suo operato ma quello che non mi piace è l’abuso di potere e chi lo esercita in modo indecoroso. Ad esempio in Africa, l’ONU dovrebbe tutelare le persone ma siccome non ci riesce, risulta complice degli abusi. Sia chiaro: io sono solo un attore che ha avuto la fortuna di interpretare questo ruolo, i giornalisti sono i veri eroi.

Mr. Robinson, che effetto Le ha fatto vedere Michael che La interpretava sul grande schermo?

Voi siete miei colleghi, conoscete il mestiere. Dunque, potete capire che io ho solo avuto la fortuna di capitare in un caso del genere. Sono stato l’ultima persona con cui l’arcivescovo di Boston Bernard Law ha parlato, ora rifiuta di aprire bocca. Sono davvero onorato che voi tutti siate qui e stiate dando tanta attenzione al film, è davvero importante. Credo che Michael si uno dei migliori attori del mondo. Ricordo ancora quando nel 1984 lui interpretò il ruolo di un caporedattore di cronaca locale proprio mentre io ero caporedattore di cronaca locale. Mi emozionai, lo trovai fantastico e perfetto in ogni dettaglio, era di un realismo impressionante. Non potevo quindi sperare di meglio. Ha imparato il mio tono di voce, la mia gestualità e il mio modo di camminare per dare al meglio la vera immagine di me.

Il film esce in Italia proprio durante il Giubileo. Crede che questo comprometterà la figura della Chiesa?

Ho grandi speranze in Papa Francesco, rispetto tutto quello che sta facendo. Ricordiamo che la prima cosa che ha fatto è stato togliere le limousine private ai vescovi e agli arcivescovi. Sta cercando di cambiare le cose ma, sebbene siamo ancora lontani dalla meta, almeno ha iniziato.

Ultima domanda Signor Keaton. Cosa pensa del boicottaggio degli Oscar nei confronti di molti artisti talentuosi e di prodotti di rilievo?

La questione è molto più vasta di quanto si pensi, non conosco il sistema all’interno dell’Accademy, credo comunque che vada rivisto qualcosa. Mi preoccupa tutto quello che c’è dietro, i problemi di disuguaglianza, di razzismo, di discriminazione, ecc. Sinceramente non penso agli Oscar, non sono neanche informato sulle novità visto che sono impegnato con la promozione del film!

E così, tra applausi calorosi e prolungati, i protagonisti lasciano la sala e si preparano ad affrontare il responso del pubblico dopo la visione della pellicola.

Martina Calcabrini



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