L’idea secondo cui una donna che offre il proprio utero in “locazione” (surrogazione di maternità) debba necessariamente essere sfruttata e/o costretta da una situazione economico-sociale avversa, muove da un impianto teorico classista-borghese e, prima di tutto, sessista-maschilista.
In buona sostanza, si procede secondo l’ideale tradizionalista e reazionario che, identificando e ingabbiando la donna nello stereotipo materno-focolaristico, non ammette e concepisce variazioni e distacchi rispetto a tale percorso.