a) il dividendo, rappresentato dagli utili che l’azienda realizza e che, in tutto o in parte, distribuisce ai propri soci azionisti;
b) il capital gain (guadagno di capitale), rappresentato dalla differenza tra il prezzo di acquisto del titolo e quello indicato sul mercato dopo un certo periodo di tempo. Infatti un’azienda, se sana e ben amministrata, oltre che conseguire utili, deve anche crescere di valore. Questa crescita di valore per il
cassettista si traduce appunto in capital gain.
L’utile complessivo per il cassettista è dato quindi dal dividendo e dal capital gain. Da precisare però che, nella pratica corrente, l’obiettivo primario per l’investitore è dato dal capital gain, dato che il dividendo non sempre viene distribuito agli azionisti.
Quindi il cassettista acquista azioni e le detiene per un periodo di tempo lungo o lunghissimo. Ma detenere azioni, restando indifferenti alle oscillazioni del loro prezzo, presenta obiettivamente dei rischi, per i seguenti motivi:
- molto spesso, dopo alcuni anni, tendenzialmente l’azione acquistata rappresenta un’azienda diversa da quella iniziale. E’ un fatto naturale che le aziende debbano adeguarsi ad un mercato in continua evoluzione, seguire le mode, il progresso tecnologico, cambiare i beni e i servizi prodotti se questi diventano obsoleti o non incontrare più il favore del pubblico, ecc.;
- si può essere costretti a liquidare la propria posizione in caso di necessità personali o per un motivo di delisting (uscita di un’azienda dal listino di borsa), ed il risultato della vendita potrebbe essere negativo;
- si può perdere tutto il capitale in caso di fallimento dell’azienda. E’ ovvio che più si allunga il periodo di investimento, maggiori sono le probabilità che un’azienda possa fallire.
Il concetto di cassettista è ben definito, ma nella realtà quotidiana il successo o l’insuccesso dell’investimento dipendono da molti fattori, tra cui la scelta dei titoli e il momento dell’acquisto (stock piking e timing). Acquistare le azioni giuste nel momento giusto, in modo da diminuire il rischio. E non sempre il cassettista, che di solito è un piccolo risparmiatore, è capace di individuare questi fattori, in quanto non conosce le regole, complesse e a volte non scritte, che governano l’investimento azionario.