Il castello di Novara: restauro o ricostruzione?

Da Chiara Lorenzetti

Novara ha in pieno centro i resti di un castello di epoca presunta medioevale/rinascimentale. Scrivo presunta perché restano pochi carteggi ed è quindi difficile una sua certa attribuzione. Il castello, con le sue merlature e il fossato che lo circonda, ha subito negli anni rifacimenti e diverse destinazioni d’uso: da apparato difensivo a caserma in epoca seicentesca; da passaggio pedonale in epoca sabauda a carcere in epoca napoleonica. Alla fine del 1800, dopo l’abbandono delle carceri, rischiò di essere abbattuto per il notevole decadimento. Diverse voci autorevoli ne fermarono la distruzione proponendo il suo restauro con discordi finalità. Mussolini stesso, nel 1939, intervenne e fece ricostruire parte della cortina muraria, nel disperato tentativo di procrastinare la demolizione.

E’ del 2007 l’intervento radicale di ricostruzione attuato dall’amministrazione municipale di Novara, ora proprietaria dell’immobile.
Il restauro, se così vogliamo chiamarlo, ( qui la pagina del restauro con i nomi dei restauratori e il progetto) iniziato nel 2007 e segnato come terminato nel 2010, è tutt’ora in corso e per chi si trova a passare da Novara, lo spettacolo che si presenta è questo.

Visibili sono i resti delle mura in primo piano, così come, al di fuori di ogni contesto, ecco l’attuale ricostruzione.
Cimitero, bunker antiatomico o caserma?

A tutt’oggi non si può accedere al castello e ciò che si nota da fuori sono, a parte i mattoni già attaccati da muffa derivata dall’umidità
(e la ricostruzione, voglio ricordarlo, è terminata nel 2010, 5 anni fa)  sono locali vuoti, allo stadio iniziale della progettazione.

Ammetto di non sentirmi di chiamare questa opera “Restauro” ma piuttosto è, a mio personale giudizio, un improbabile tentativo di ricostruire, secondo regole e progetti che non condivido, un monumento al limite della distruzione totale.
A voi si appagano gli occhi al vedere una torre di mattoni antichi terminata con un cubetto di mattoni nuovi, diversi e cromaticamente e per materiale?
Il colmo restante della torre originale è stato finito ( a protezione credo delle infiltrazioni di pioggia e da infestazioni di piante spontanee) con un rivestimento in rame, materiale per nulla coerente.
La grondaia di lato che percorre la parte nuova e quella vecchia poi, è un vero pugno nell’occhio.

Io non riesco a vederne il bello, magari ci sarà la funzionalità.
Ma il restauro deve essere funzionale?
TUTTO deve essere restaurato per forza anche a costo di snaturare l’oggetto originale?
Non sarebbe meglio, alle volte, arrendersi all’inevitabile trascuratezza, alla quasi completa distruzione e saggiamente provvedere all’abbattimento?

A voi i pensieri

Chiara 


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