Magazine Carriere

Il catering

Creato il 10 novembre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Le vocali, si sa, sono cinque: a, e, i, o , u. La buona notizia è che anche in inglese sono cinque, o almeno sulla carta. Brutta notizia: i suoni vocalici nell’inglese standard sono ben dodici. Ebbene sì, i suoni (fonemi) che ci vengono richiesti per una buona pronuncia Queen’s English sono più del doppio rispetto alla lettere sulla carta. Tranquilli: anche in italiano, con le ‘o’ e le ‘e’ aperte e chiuse i suoni diventano sette, ma in italiano se pronuncio ‘sopra’ con una o aperta anziché chiusa, non cambia il significato. Al massimo si rivelano le proprie origini, o si viene bocciato ad una prova di dizione. In inglese no. Guai a sbagliare le vocali altrimenti rischiate o di non essere compresi, o peggio ancora di cambiare il significato di un’intera frase.

E’ il caso della parola ‘catering’ che è diventata di uso comune anche in Italia per descrivere un servizio gastronomico per riunioni, cerimonie e quant’altro. Ma attenzione: come avete pronunciato la parola ‘catering’ mentre l’avete letto? Spero non con la ‘a’ aperta, come la maggior parte della gente (non anglofona) e come lo pronunciano in TV (in Italia), o persino come lo pronunciano  gli esperti (https://www.youtube.com/watch?v=5cNLth-nDP4 ). Grande notizia: lacat-’ di catering si pronuncia non come ‘cat’ (woman) bensì come ‘Kate’ (Middleton). Ripetete come me: kate-ering’. Tutto chiaro? Perché mai come in questo caso il suono vocalico è molto importante.

Ho sentito di recente questa frase pronunciata da un collega italiano: “For the lunch break we have called the catering”, quest’ultima parola rigorosamente pronunciata con la ‘a’ aperta. Io ho capito al volo che un ristoratore ci avrebbe portato il pranzo in azienda, ma un mio connazionale che non vive nel bel paese ha capito un’altra cosa: che qualcuno avesse chiamato il gattile per il pranzo. ‘The cattery?’ ha esclamato il madrelingua. Ebbene sì: la ‘a’ aperta ci ricorda proprio il gatto ed il servizio di rifugio (e anche di ristorazione) degli amici felini. Ho dovuto tranquillizzare il collega inglese: non avremmo mangiato i gatti. Quindi, prima di pronunciare la parola ‘catering’ la prossima volta pensate a Kate Middleton. Nel catering inglese non c’è trippa per gatti.

Mark Davis


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog