Lando Buzzanca stavolta veste i panni di un industriale di Cefalù che ha fatto fortuna a Cantù sposando una donna del luogo chiamata Mariù. Assonanza voluta? Sì perché il nostro Costante Nicosia è molto superstizioso e pensa che la u finale per di più accentata sia la strada da seguire per continuare a vivere agiatamente oltre alla quotidiana strofinata alla gobba del suo inserviente. Una notte un gatto nero gli attraversa la strada, rompe uno specchio e riceve la maledizione massima da una vecchia siciliana arrivata in Brianza a trovare i parenti. Tutto ciò si traduce in una stralunata sventura che lo trasforma addirittura in vampiro dopo un’ammucchiata in Transilvania durante un viaggio d’affari.
Come si può capire ci troviamo davanti ad una commedia che mischia elementi “horror” alla Fulci. L’idea è divertente quanto lo può essere una commedia con protagonista Lando Buzzanca. Ci sono molti elementi discutibili che sembrano non c’entrare niente con la trama ma in fondo si tratta di un minestrone dove ogni elemento richiama fortemente l’epoca in cui il film è stato girato: donne a seno nudo, battute a doppio senso, siciliani a Milano, gli scioperi degli operai.
Fulci ha fatto di meglio, Lando Buzzanca no.
VOTO 5