Eppure è sorprendente la solerzia di alcuni opinionisti. Tramontano, ad esempio, sul foglio del graziato, s’impegna in un'autentica impresa biblica: come Giovanni nell'Apocalisse, solletica l'immaginario collettivo dei lettori con simboli e valutazioni di raro allarmismo. Il processo a Berlusconi non è più un processo nei confronti di un privato cittadino che avrebbe violato ripetutamente, ove non sistematicamente, il dettato normativo. Nossignore, è un processo politico imbastito contro il 30% degli italiani. Analogamente la sua condanna non equivarrebbe a un ordinario atto di giustizia disposto in applicazione della legge. Nossignore, sarebbe un cataclisma civile: l'Arno e il Tevere strariperebbero, ingoiando il nord come il sud Italia. Quanto alla Sicilia, terra a sé, si pone fede nella granitica coerenza identitaria dell'Etna e nel suo isolano senso dell'onore.Ora, noi scherziamo perché ci rifiutiamo di prendere ancora sul serio il Cavaliere, ma Tramontano lo scrivecon coscienza:
"Il resto sarà caos, con una cicatrice profonda, con frammentazioni e guerre fratricide all'interno di ogni partito, rese dei conti, con piccoli leader che a destra e sinistra cercheranno in ogni modo di soddisfare le proprie ambizioni personali e un vuoto che renderà ancora più spaesati gli elettori. Non ci sarà l'equilibrio, ma una serie di sciami sismici, con la possibilità per i partiti antisistema di inserirsi e puntare al disfacimento".E fu sangue e fu passione, senza l'ombra di resurrezioni pasquali. Ma c'è di più. Tramontano non trascura la società civile, con un occhio di riguardo alla borghesia e al popolo delle partite Iva:
"Gli imprenditori, chi lavora, chi pensa che l'Italia possa ritrovare aria e forza solo abbandonando le politiche di austerità, perderanno ogni punto di riferimento. Non è gente che ama le rivolte e le piazze, ma questa volta si sentirà con le spalle al muro, senza prospettive e disposta a combattere per la propria sopravvivenza".Che poi curiosamente essa coincida con quella personale dell'editore del notista è, per l'appunto, un puro caso. "No, da certi traumi non si esce con la pace", è la sua asserzione oracolare. E noi ne prendiamo sommessamente atto, mentre invochiamo il Dio della Cassazione con un modesto rosario in mano.
Battute a parte, questo paese di fregnacce ne ha bevute tante. Da Arcore sono arrivate le panzane più ridicole e, forse anche per questo, le più divertenti. L'idea che Ruby potesse essere la nipote del Capo di Stato egiziano, una minorenne di cui s’ignorava così ingenuamente l'età da ordinare in questura l'affidamento della stessa ad una consigliera regionale, e non il pronto rilascio o la scarcerazione, è una perla degna dello Strega e andrebbe studiata con Collodi sui libri di scuola. Tutto possiamo subire secondo lor signori, anche un così smodato disfacimento della realtà. Il fondo di lunedì pubblicato dal Giornale concludeva così: "Siamo al bivio, e spetterà ai giudici scegliere il futuro politico, economico e sociale degli italiani". No, spetterà ai giudici stabilire una verità: se questo paese è stato soggiogato per vent'anni da un evasore patentato oppure da un politico incompetente. Tutto qui. Il resto è carta per avvolgere il pesce.G.L.