trappola.
[la trappola del cavaliere doppio.] = Le gocce di sangue, passando attraverso le maglie delle armature e cadendo ancora tiepide sopra la neve, formavano piccoli fiori rosei. In capo a pochi istanti la bianca coltre somigliava ad un crivello, tanto frequenti e fitte piovevano le gocce. I due cavalli erano feriti. Cosa strana, Oluf sentiva si di sé i colpi che assestava all’ignoto cavaliere; soffriva per le ferite che infliggeva e per quelle che riceveva: aveva avvertito un gran gelo nel petto, come se una lama l’avesse trafitto cercando il cuore, eppure la sua corazza era intatta in corrispondenza del cuore: la sua unica ferita era dovuta a un colpo ricevuto al braccio destro. Singolare duello, in cui il vincitore soffriva quanto il vinto e in cui dare e ricevere erano una cosa sola. Chiamando a raccolta tutte le forze, Oluf fece volar via con un fendente l’orribile celata dell’avversario. O terrore! Vide se stesso: uno specchio sarebbe stato meno fedele. Si era battuto col proprio spettro. -Théophile Gautier- (pezzettino tratto dal racconto: Il cavaliere doppio)
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I LAMENTI DI UN ICARO
Gli amanti delle prostitute
sono felici, grassi e ben pasciuti:
quanto a me, ho le braccia spezzate
per le nuvole che ho abbracciato.
Grazie agli astri meravigliosi
che fiammeggiano in fondo ai cieli,
questi miei occhi corrosi
non vedono che ricordi di soli.
Invano dello spazio ho voluto
trovare la fine e il centro:
sotto un occhio di fuoco sconosciuto
sento la mia ala che pencola;
e, bruciato dall’amore del bello,
l’onore eccelso non mi sarà dato
che col mio nome sia chiamato
l’abisso che mi servirà d’avello.
-Charles Baudelaire-