Ciò che sta accadendo all’interno dei gruppi parlamentari del M5stelle rischia di provocare una scossa tellurica in grado di sconvolgere gli equilibri attuali. Chi ha tutte le ragioni per temere gli sviluppi della situazione è Silvio Berlusconi, il quale è passato in un battito di ciglia da essere il re dei sondaggi a correre il rischio di essere messo all’angolo, proprio quando il cielo della Giustizia promette di far scatenare la grandinata sul suo capo.
Il cavaliere sente franare il terreno sotto i piedi. La boutade anti-europea e relativa solita ritrattazione, con l’invito a sforare i conti perchè tanto non possono cacciarci, dimostra la preoccupazione di Berlusconi, diviso tra la necessità di tenere calda la sua macchina da guerra e la paura che, nel caso staccasse la spina, il Parlamento potrebbe essere capace di esprimere una nuova maggioranza.
Il fiuto politico (unico attributo politico che bisogna riconoscere al cavaliere) dovrebbe portarlo a sostenere il Governo Letta senza se e senza ma, evitando di proseguire con la strategia ambivalente (lotta e governo) adottata finora, sostenuta dalla consapevolezza di avere il coltello dalla parte del manico. Ora quel coltello non può più essere impugnato, sempre che non ci si voglia ritrovare con la mano lacerata. L’esecutivo ancien regime mascherato da stilnovo guidato da Letta è l’unica ipotesi di governo in grado di garantirgli un minimo di protezione dall’offensiva giudiziaria.