Magazine Bambini
Avevo recuperato qualche film di animazione da guardare insieme a mia figlia la sera prima di addormentarci o durante i lunghi spostamenti in auto. Per chissà quali oscure ragioni ne ha esclusi subito due dopo pochi secondi dall’inizio. Nonostante le mie proposte di proseguire, come il più crudele critico si è rifiutata di andare avanti nella visione con secchi e ripetuti “No!”. Con poca fiducia sono passato al terzo e ultimo dvd Madagascar3. Sarà per la grafica o per gli animali protagonisti ma è stato amore a prima vista. E così per un paio di sere ci hanno fatto compagnia le acrobazie circensi del leone e dei suoi amici.
Un pomeriggio, quando tutti dormivano, ho preso il portatile e mi sono tolto la curiosità di guardarmi uno dei film di animazione scartati dalla mia piccola. E così è iniziata la visione de “Le 5 leggende” anche se poco convinto dalla presenza di protagonisti forse un po’ lontani dalla nostra tradizione europea.La storia e i personaggi mi hanno fatto superare ogni mia titubanza iniziale e il film mi è piaciuto veramente tanto. Non voglio rovinarvi la visione e, quindi, non racconterò la trama. Mi trattengo solo su uno dei protagonisti, forse il principale. Non sa perché sia stato scelto come una delle 5 “leggende” (in realtà sono “guardiani” ma il titolo “Rise of the Guardians” è stato tradotto diversamente) e non capisce quale sia il suo posto tra gli altri che hanno tutti un compito ben preciso. Uno degli altri guardiani gli spiega che ognuno ha un proprio “centro”, ovvero una propria caratteristica che lo distingue dagli altri e che gli dà un senso. Quello che ognuno sa fare meglio. Per spiegarglielo prende la sua matrioska e la apre fino ad arrivare a quella più piccola. Ha occhi grandi, perché la sua caratteristica è quella di guardare il mondo con gli occhi pieni di meraviglia. Sarà compito del nuovo guardiano riuscire a capire quale sia il suo “centro”.Sono trattati anche altri temi: la paura, la solitudine, la diversità e la speranza ma il tema del “centro” mi ha colpito e l’ho trovato un bel messaggio per i bambini che lo guarderanno.Il “centro” di ognuno di noi, la nostra caratteristica più vera, quella che ci identifica veramente e che ci consente di dare il meglio di noi stessi. Chiusa all’interno di una matrioska, non accessibile allo sguardo di tutti, neanche a noi, che bisogna aprire passando attraverso diversi strati che non ci rappresentano veramente.
Finita la magia del film mi fermo a riflettere su come sia difficile riuscire ad arrivare all’ultima bambolina della nostra matrioska e su come lo sia altrettanto fare nella vita quello che corrisponde al nostro “centro”.D’altronde il primo passo fa fatto e poi, mai come in questo caso, “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare (Seneca)”.