Quella di Tremonti a Palazzo Chigi è un’idea sciagurata. Eppure il Pd è messo così male da valutarne seriamente l’eventualità. E altrettanto vale per i finiani. Il fenomeno è però utile a definire l’enorme succeso politico della Lega: è chiaro infatti che il nome del ministro dell’Economia viene fatto solo per agitare sirene federaliste e costituire una ipotetica quanto temporane maggioranza alternativa a quella che da poco si è frantumata. Con buona pace dei grandi centri, dei terzi poli e degli aghi della bilancia. Bossi del mediano ha solo il terzo dito della mano, è vero, eppure…
La cosa influisce molto sulla generale percezione che si ha degli equilibri di governo. Sul piatto non ci sono fedeltà, lealtà e gregarismo, piuttosto affiorano monete che si credevano ormai quasi fuori corso, come l’ambizione personale dei singoli e il programma politico di un partito. Perché che a Tremonti piacerebbe farsi un giro alla cerimonia del campanello è certo. E che la Lega, in cambio del federalismo, passerebbe tranquillamente sul cadavere di Berlusconi è certo altrettanto.