di Giovanni Agnoloni
Il Centro Studi Giorgio Manganelli a rischio chiusura
Giorgio Manganelli (da Wikipedia)
Lietta Manganelli, figlia del celebre, traduttore e critico Giorgio Manganelli ed erede del patrimonio letterario di suo padre, in questa intervista ci spiega i motivi per cui il Centro Studi a lui intitolato, da lei fondato nel 2010, in occasione del ventennale della sua morte, rischia adesso di chiudere.
Tra le varie iniziative portate lodevolmente avanti nel corso di questi anni dal Centro, oltre alla promozione delle opere del padre di Lietta, una giornata di studi presso l’Università di Pavia, mostre di disegni e fotografiche e altro ancora, che lei ci spiega qui di seguito. Seguono l’intervista informazioni su come contribuire alla sopravvivenza di questa realtà.
1. Perché il Centro Studi Giorgio Manganelli è minacciato di chiusura, e quali iniziative state adottando per scongiurare il rischio?
- Il Centro è a rischio chiusura per carenza di mezzi economici: è formato da me, Lietta Manganelli, figlia di Giorgio, e in questi anni si è attivato sia ricercando e diffondendo materiali inediti o dimenticati di Manganelli, sia mettendo in piedi vari eventi per ricordarlo e per riunire i tanti estimatori e studiosi. Per scongiurare la chiusura ci si è attivati in vari modi: ricerca di iscrizioni, apertura di una raccolta fondi su Buonacausa, messa in vendita, da parte mia, di disegni a china di Gloria Leonetti, illustratrice del Caffè di Vicari, e di qualche quadro, tutti della collezione privata di mio padre.
2. Puoi parlarci delle attività che svolgete, e dell’importanza del tener vivo il ricordo e lo studio delle opere di tuo padre Giorgio?
- Le attività sono molteplici, ricerche in emeroteche e biblioteche, soprattutto degli scritti giovanili di mio padre, materiali, consigli ed idee per laureandi o dottorandi su Manganelli, incontri fra studiosi, incontri fra semplici lettori, con letture pubbliche, dibattiti e quant’altro. È stato anche messo in opera un primo tentativo di portare Manganelli in un centro sociale (il Brancaleone di Roma), con un buon risultato e molte spese. Mostra fotografica e messa in scena di alcune opere teatrali (altra faccia di Manganelli semisconosciuta), tra cui una splendida e più volte replicata Intervista a Dio nel teatro al buio di Milano presso l’Unione Ciechi.
3. Se fosse qui tra noi, oggi, che cosa direbbe, secondo te, delle condizioni in cui versa la cultura – e in particolar modo quella letteraria – in Italia?
- Ti posso rispondere con una sua frase che mi ha ripetuto molte e molte volte: “Vuoi fare cultura? Fai pure, ma ricordati che sarai punita!”
Lietta Manganelli (da zam.it)
4. La scuola e soprattutto l’università italiana hanno saputo farsi carico della divulgazione e della conservazione della memoria dell’esperienza storico-letteraria di tuo padre?
- Posso dire assolutamente niente? Tranne rari casi, nei quali però non era l’Università in quanto tale, ma il singolo Professore che si prendeva la responsabilità di mettere in piedi seminari o eventi. Ricordo i bellissimi incontri (aperti!) alla Normale di Pisa, dovuti alla testardaggine del Professor Salvatore Silvano Nigro (e mia!), con ospiti del calibro di Cortellessa, Arbasino, Sanguineti, Idolina Landolfi… o le giornate dedicate a Manganelli presso l’Università di Roma Tre, dovute alla pazienza e forza della Professoressa Viola Papetti. Spesso e volentieri i “miei” studenti, alla richiesta di una tesi su Manganelli, si sentono rispondere: “Troppo complicato, scelga qualche altro tema!” o meglio ancora: “Non lo conosco!”
5. Insomma, oggi abbiamo bisogno di centri-studi e fondazioni privati più o meno autofinanziati, per mantener viva la fiamma di consapevolezza racchiusa nelle opere di autori pur di capitale importanza, o sarebbe auspicabile un aiuto, se non addirittura una presa in carico, da parte dello stato? In altre parole, la cultura intesa come memoria storica può sopravvivere in questo quadro di crisi economico-sociale?
- Temo proprio che, oggi come oggi, sia necessario un lavoro certosino, privato e personale di parenti, appassionati e studiosi di buona volontà. Non credo a una presa in carico dello stato o delle istituzioni, non solo per il periodo di crisi, ma proprio per la mancanza di volontà e di comprensione del fatto che la cultura è un bene altrettanto fondamentale quanto il lavoro, la casa o il cibo. Senza cultura nessuna crisi è debellabile! Un esempio per tutti: anni fa scopro che Manganelli ha collaborato con il “Centro di collaborazione Civica”; cerco tracce e documenti (il Centro era stato chiuso da qualche anno), e scopro che il tutto si trova presso l’Archivio di Stato di Roma. Parlo con la responsabile, gentilissima ma molto dispiaciuta: certo, il materiale è lì, spiega, un numero notevole di buste che non sono MAI state aperte né tanto meno esaminate. Sono dispostissimi a farcele esaminare, se la persona che lo fa è disposta a fare, gratuitamente, la catalogazione. Lo trova, ci mette un anno, sacrificando il suo tempo libero. E trova tre inediti di Manganelli! E ho detto tutto.
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Ecco l’appello di Lietta:
Giorgio Manganelli con la figlia Lietta (da lapoesiaelospirito)
Se tutto quello che vi ho raccontato vi ha convinto, se volete che tutto questo lavoro non vada perso, potete intervenire di persona e impegnarvi a trovare altri sostenitori.
In che modo si può intervenire?
Con una donazione e conseguente iscrizione alla costituenda associazione (che verrà ufficializzata al più presto).
La quota per l’iscrizione minima è di 50 euro (30 per gli studenti, che, come è noto sono sempre ricchi di entusiasmo ma poveri di pecunia).
La quota può essere versata su una Poste Pay attivata a questo scopo. Tutto verrà registrato e l’iscritto riceverà un tesserino attestante l’ iscrizione.
Poste Pay
4023 6006 4164 1685
intestato a Manganelli Amelia Antonia.
Onde evitare le lunghe file alle poste è possibile ricaricare la Poste Pay anche presso i tabaccai. In questo caso è necessario il mio codice fiscale:
MNGMNT47E60I153T
Eccovi anche i dati bancari utili allo stesso scopo
Cassa di risparmio di Firenze
Filiale di Navacchio (Pisa)
IBAN IT77 Z061 6070 9510 0000 0004 248
BIC CRFIIT3F
Intestato a Manganelli Amelia Antonia
Penso che un piccolo sacrificio per il grande Manga sia possibile e doveroso.
In questi anni mi sono sempre fatta carico io di tutto ma ora non mi è più possibile.
Grazie e a presto
Manganelli Amelia Antonia detta Lietta
Possiamo farcela, se siamo abbastanza folli da crederci. Lo siamo? Io credo di sì.
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