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Il cerchio di gesso

Da Parolesemplici

Il cerchio di gessoParlando di te, del tuo presente, usi parole dense, come si fa tra vecchi amici, che si sentono con il piacere dell’altro. Ed hai concluso con il presente, non con il passato. 

Ho chiuso il cerchio, adesso mi sento in equilibrio. Serena.

Nella mia mente si è disegnata una circonferenza tracciata col gesso, un braccio che ruota sul perno del corpo, il segno per terra. E tu dentro una prigione facile e difficile. Da superare con un balzo, come tutte le prigioni della volontà. E invalicabile.

Hai mai pensato che il cerchio rappresenta la perfezione e la divinità, ma che né l’una né l’altra sono serene? La perfezione quando cessa di essere tensione non ha più coscienza di sé ed il cerchio viene superato come immagine, lasciando qualcosa di indifferente al mondo ed immoto.

Ma da quanto capisco, il tuo cerchio di gesso, è una serie di equilibri, un trovare la misura del desiderio. Vivere il giorno, con il pensiero del futuro domestico e trovare un equilibrio, è una forma alta del vivere.

Altri cercano molto di più e si abbattono schiantati appena fuori del cerchio di gesso. Oppure esasperano la tensione sino a realizzare che solo l’insufficienza ed il limite ci possono accompagnare perché perfezione e purezza non sono concetti sovrapponibili, ma al massimo tensioni irrisolvibili del Tutto. Solo i bambini possono pensare di essere davvero Tutto. 

Sono pensieri silenziosi, nessuno tornerà mai bambino, ma gli occhi possiamo pulirli. Dal tempo, dalle urgenze, da ciò che non conta davvero e giocare con il cerchio di gesso. A volte tu, a volte io, a volte nessuno perché è scesa la sera e nessuno gioca più.


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