In un post di questa estate, nel bel mezzo del calciomercato, chiudevo esortando Galliani a lasciar perdere "gli Aquilani" e "i Montolivo" ... bene, il primo è puntualmente arrivato e il secondo è in rampa di lancio con atterraggio previsto a Milanello nel gennaio prossimo venturo. La mia esortazione derivava dalla consapevolezza della necessità di inserire in mezzo al campo un giocatore (se non due) in grado di fare la differenza.
Aquilani e Montolivo, così come lo stesso Nocerino, sono certamente utili al processo di ringiovanimento di un reparto troppo vecchio, ma lo sono molto meno se lo scopo che si vuole raggiungere è alzare il livello qualitativo del reparto per portarlo a competere con quelli delle più forti squadre europee. Non credo che sia necessario attendere il responso del campo, indipendentemente dalle risultanze di questo avvio di stagione, per affermare che non sarà Aquilani, e neanche Montolivo, a fare la differenza. Come ho già detto sono soggetti buoni per il ricambio generazionale e per completare numericamente il centrocampo, difficile immaginare qualcosa di più.
Un altro aspetto che mi lascia perplesso è l'appiattimento delle politiche di mercato della società rossonera. Cerco di spiegare cosa intendo per appiattimento delle politiche di mercato. Ci sono due diverse valutazioni da fare, una di carattere finanziario e l'altra prettamente tecnica.
Le strategie dell'ultima sessione di mercato sono state indubbiamente all'insegna del risparmio ... o parametri zero, oppure occasioni a basso costo. Nonostante i proclami di Galliani di fine maggio (il top player), e le rassicurazioni dello stesso AD e di Barbara a luglio sulla questione lodo Mondadori, al 31 agosto i fatti hanno detto questo. Se sia stata una strategia voluta a causa del pesante passivo di bilancio e del lodo Mondadori, o se sia stata subìta per via di imprevisti o inprevedibili rifiuti e contingenze varie non è dato sapere, così come non è dato sapere se questa sarà la tendenza anche nel futuro prossimo.
La valutazione di carattere tecnico, invece, riguarda in modo specifico la "tipologia" dei giocatori arrivati questa estate e in procinto di arrivare nella finestra di mercato di gennaio. Soggetti come Montolivo, Aquilani e Nocerino, pur essendo ancora giovani, sono discreti giocatori con scarsi, se non nulli, margini di miglioramento. Quello che sono in grado di offrire lo sappiamo già, e il loro rendimento, mediamente, sarà quello offerto in questi anni nelle rispettive squadre. Cosa diversa sarebbe stato puntare, come è stato fatto in attacco con El Shaarawy, su almeno un giovane sui 20/22 anni, assumendo il rischio di un mezzo flop alla Gourcuff, ma anche alimentando la speranza di un nuovo "boom" in stile Kakà. Invece si è deciso di andare su un sicuro, per quanto poco entusiasmante, livello medio.
Quello che infine rimane, è un senso di appiattimento generale e di uno scarso entusiasmo espresso dalla dirigenza e trasmesso, come naturale conseguenza, alla stessa tifoseria. Sensazione che risulterà rafforzata se, come comincio a sospettare, il Montolivo di gennaio sarà il rinforzo di qualità per il centrocampo rossonero del futuro.