FELICI
Il Ciaba trascorreva all'estero una ventina di giorni ogni mese per le visite di Stato; accolto in pompa magna, osannato nei saluti di benvenuto; aveva trovato un metodo originale per far sempre bella figura e apparire tutti i giorni in televisione con un'efficace propaganda: il turismo governativo-utile e dilettevole. Nei discorsi di saluto e in quelli di commiato parlava delle cose belle che avrebbe fatto e di quanto sarebbero stati bene i suoi governati. Gli spostamenti erano un'esclusiva: primi piani, battute veloci e simpatiche, strette di mano, applausi, foto ricordo. Fece scalpore una sua affermazione: “Chi è contro di me è contro la felicità”. La felicità, da quel giorno, divenne l'inno ufficiale del Partito del Ciaba: in tutte le manifestazioni cori di seguaci, con musica di cicale, lo cantavano: ”... la felicità il Ciaba ce la darà e se verrai da lui arriverà...“. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).
LA FELICITA'
C'è un'ape che si posa su un bottone di rosa:
lo succhia e se ne va.
Tutto sommato,
la felicità è una piccola cosa.
-TRILUSSA-
Vedi: OTTIMO E MEZZO (25 ottobre 2015)