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Il ciclismo davanti al caminetto (5^ p)

Creato il 28 novembre 2012 da Manuel
STRADE IN MARMO BIANCO DI CARRARA, OSTRICHE E CHAMPAGNE NELLE SACCHE DEL RIFORNIMENTO, FERRARI F50 COME AMMIRAGLIE. SIAMO AD ABU DABHI? NON SERVE. DI QUESTO PASSO BASTERA’ ANDARE AI MONDIALI TOSCANI A SETTEMBRE. Il ciclismo davanti al caminetto (5^ p)Il ciclismo sta diventando come il calcio? Oppure lo è già diventato? A vedere quel che capita lungo certe salite, grazie a certi “indemoniati” appassionati (appassionati?) di ciclismo, sembra cosa fatta. Una volta si assisteva a scene esageratamente simpatiche: l’alpino-barbuto-pancia-svolazzante che correva a fianco di Saronni con un bel tricolore appresso, il “diavolo” che forcone in mano saltellava e rincorreva l’uomo in fuga, l’Uomo Ragno che affiancava Indurain. Cose ben diverse da gente a torso nudo o in mutande – facilmente sbronza giusto per essere buoni e non dargli degli idioti di suo – che si sfascia le code vocali urlando cosa non sanno nemmeno loro, e spesso manco a chi le stanno urlando, o bandiere della Lega per far propaganda gratuita al partito. Dei costi raggiunti oggi dalle squadre ciclistiche meglio non parlarne troppo. Ormai si è creata una voragine tra una squadra di 1^ fascia (le UCI ProTeams, facenti parte del World Tour) e una formazione di 2^ fascia (UCI Professional Teams). Mentre la 3^ fascia è quella composta dalle UCI Continental Teams, solitamente i “serbatoi umani” di molte squadre di primo piano. Abbiamo i soldi (tanti) che arrivano da sottoterra grazie al gas della Katusha, abbiamo i soldi (tanti, e Nibali non è fesso) con l’Astana e i suoi politici, abbiamo i soldi (tanti) delle banche Saxobank e fino a ieri Rabobank, quelli provenienti dalle società nazionali di scommesse (FDJ-Bigmat), dalle televisioni (SKY). Ci vogliono soldi e tanti. Le beghe RCS-RAI sono ancora tutte per aria per questioni di soldi. Già tra gli juniores ci sono società che han fatto fusioni per non fondere loro stessi. Il ciclismo davanti al caminetto (5^ p)Ma i soldi ci vogliono anche per organizzare le corse. Se sono corse importanti – in Italia poi – ne possono venir fuori di tutti i colori. Di tre in particolare: il verde, il bianco e il rosso. Nell’ordine: il verde perché in Italia non c’è una lira manco per la carta nei cessi delle scuole. Il bianco perché c’è da impallidire a vedere le richieste di stanziamenti fatti dall’organizzazione per i Mondiali toscani di settembre prossimo (nella foto; Angelo Zomegnan), e il rosso come i conti che sono presenti nei Comuni che non possono sistemare nemmeno le strade, se non con due badilate di asfalto sistemato alla c***o di cane che dopo due piogge già inizia a sbriciolarsi. Facciamo un esempio semplice, le ultime 4 edizioni dei Mondiali (Mendisio, Geelong, Coopenaghen e Valkenburg) sono costate, messe insieme, dai 40 ai 45 milioni. Per il nostro Mondiale è stata messa sul tavolo una richiesta per 150 (centocinquanta) milioni; 300 e rotti “vecchi” miliardi. Per dare di stomaco in maniera definitiva vi consiglio di “entrare” nel blog di Cycling-pro che trovate nella lista di destra e cerchiate notizie su Toscana 2013. L’impressione è che il ciclismo in generale – a parte le situazioni di “magna-magna” organizzate, come pare in questo caso – stia vicino al collassare causa costi in quasi ogni livello. Dalle granfondo ai dilettanti, dai soldi richiesti per mostrare le corse in tivù, al più semplice comprarsi la bicicletta, o il pezzo soltanto, nel negozio.

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