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Il ciclismo (femminile) davanti al caminetto.

Creato il 11 novembre 2010 da Manuel
Il ciclismo (femminile) davanti al caminetto.
Un’antipatico autunno “chirurgico” per Miss Gruppo. Se andate sul sito Ciclismo in Rosa (link a fianco) notizie nel dettaglio con breve intervista.
VEDIAMO CHE CI RESTA DELLA STAGIONE 2010, SU STRADA, PER QUELLO CHE RIGUARDA L’ALTRA META’ DEL SELLINO.
(UN’ALTRO MONDIALE VINTO, LO SAPEVATE?)
Perché Bicisport mi deve fare il poster di Thor Hushovd iridato, e non per Giorgia Bronzini? Non sarebbe bello per una giovane praticante di 15 anni appendere un poster di una ciclista italiana in camera? (basta che non lo metta al posto di quello della Guderzo, sennò anche il valore dell’immobile potrebbe risentirne…). Valori catastali a parte, si conferma la grande tradizione ciclistica italiana, nel voler mettere da parte il ciclismo rosa nell’arco di 48 ore. Anche se lo stesso Bicisport di quest’anno penso abbia superato il suo record, con dieci pagine dedicate all’altra metà del sellino in occasione dei Mondiali australiani. Stai a vedere che dopo aver vinto 3 mondiali in 4 edizioni (con 3 atlete diverse), forse si sono accorti delle nostre ragazze. Se poi andiamo a vedere il nome delle atlete che Giorgia si è messa dietro sul traguardo australiano – tali Marianne Vos, Emma Johansson, Nicole Cooke (ci si rivede eh, Nicole?), Judith Arndt, protagonista di una stagione ai massimi livelli, con un 2° posto finale al Giro, e sei volte tra le prime tre, in dieci tappe, ma nessuna vittoria – certamente quasi tutte le migliori le ha battute. E l’anno prossimo, un percorso ancor più da ruote veloci (ma questo diciamolo sottovoce…).
Il ciclismo (femminile) davanti al caminetto.
Da due anni un ciclista italiano non vince una grande classica. Da due anni le ragazze proprio il Mondiale ce lo portano a casa. Quindi, quando sentirete Cassani, la De Stefano, Pancani, Martinello o chi altri, parlare di ciclismo italiano che nelle grandi corse di un giorno non vince, sappiate che stanno dicendo una mezza fesseria, ma si salveranno dicendoci che un Mondiale non è una classica. Bravi.
La corsa più importante del calendario femminile è il Giro d’Italia. Non stiamo a parlare del Giro in sé, che le mie critiche le ho già messe su ‘sto sito in estate. È stata una corsa che aspettava diverse protagoniste. Emma Pooley ha risposto presente (maglia verde), Marianne Vos uguale (maglia ciclamino), l’Italia si è salvata grazie all’angelo azzurro che ha conquistato il 3° gradino del podio perché, per il resto, sono stati dolori. Il futuro si sta rodando e anche bene (Scandolara, Patuzzo, Valentina Bastianelli, Berlato…) ma speriamo che dal prossimo anno, almeno per le vittorie di tappa, si parli un po’ italiano. Cerchiamo adesso di non riempire di complimenti le nostre giovani “girine”, così lasciamo lontano il rischio di farle sentire campionesse prima di diventarlo.
Si scriveva della Vos; maglia ciclamino al Giro, Coppa del Mondo, altro argento ai Mondiali, la fenomenale olandese si è confermata ai più alti livelli. Se poi c’è stata una gran bella annata di Emma Pooley (2^ al Giro, vincitrice del “Trentino”, iridata a crono, maglia verde al Giro), mettiamoci anche la Regina Rosa 2010 Mara Abbott. La statunitense correrà nel 2011 con l’italiana Geox o Diadora che sia, che tanto è uguale (a quanto sembra con licenza americana, ma che bravi!), ed avrà come compagna Claudia Hausler. Ci sarà di divertirsi per il loro DS?
Poi, di corsa perché siamo alla volata finale, ben ritrovata a Marta Bastianelli (e basta fesserie per un chilo, fatti 5 chilometri in più negli allenamenti e stop!), brava Monia Baccaille che si riconferma regina tricolore e che si è imposta nel “mondialino veloce” del GP Liberazione in aprile. Brava all’eterna Longò che riesce a finire con le migliori ai Mondiali australiani, e un saluto a “Don Lorenzo” che come un buon vino ci sta sempre bene.
Il ciclismo (femminile) davanti al caminetto.
Vos, Abbott, e Guderzo salutano tutti al 2011.

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