Il ciclismo (femminile) davanti al caminetto (8^ p.)
Creato il 19 dicembre 2012 da Manuel
IL DIMENTICATO MONDO CICLISTICO FEMMINILE TORNA SUI PEDALI. SEMBREREBBE INFATTI CHE LA FATICA NON LA FACCIANO SOLAMENTE I CAMPIONI COME CONTADOR, EVANS, NIBALI, WIGGINS, IO STESSO, ECC,… Indiscrezioni clamorose raccontano cose inimmaginabili, che sfiorano la leggenda. A quanto sembra anche le cicliste si allenano e fanno fatica. Se confermate, queste notizie lasciano senza parole. Cosa diranno gli appassionati che prendono il giorno di ferie tre o quattro mesi prima del Giro o del Tour, per seguire le corse maschili, ma che se ne fregano bellamente delle ragazze quando il Giro-Donne transita a trenta chilometri da casa? L’altra metà del sellino nostrano torna a faticare con lo stimolo, questo in generale, dei Mondiali toscani in agenda. L’Italia non avrà una maglia iridata in gruppo e questa è già una notizia. L’ex iridata Giorgia Bronzini ha cambiato divisa, vestendo i colori “anglosassoni” (perché registrata in Gran Bretagna) della Dtcp Honda. Stupisce un po’ che dopo una sola stagione si sia interrotto il matrimonio veneto con la Diadora-Zara, viste le premesse espresse alla presentazione della squadra (ero presente) in quel d’inizio marzo 2011, nella costosissima sede dell’Ente Provincia di Treviso. La Bronzini avrà tra le compagne di squadra anche le forti pistard britanniche Trott, King e Rowsell, componenti del trio campione mondiale ed olimpico sull’anello veloce. Un “treno” ciclistico per le volate potenzialmente devastante, e questo non è da escludere sia stato un buon motivo per valutare seriamente la proposta, poi accettata, del cambio di casacca. In più il “fattore Wiggins”, visto che la fondazione del campione britannico supporterà l’organizzazione di questa formazione ciclistica. In un periodo di crisi economica generale, il mondo ciclistico femminile sente ancor di più questo guaio. Quindi le differenze tra i vari portafogli stanno allargando uno spazio ancora più ampio rispetto al passato, guardando alle potenzialità delle varie formazioni. Tra le nostre poche società che possono spendere la MCipollini è andata ancora rinforzandosi, ma vedremo se le sue atlete di punta Monia Baccaille e Tatiana Guderzo riusciranno ad approfittare di questo. Monia Baccaille non può fregiarsi del titolo di miglior velocista italiana, visto che è arrivata negli anni della Bronzini (a sua volta “soffocata” dalla tedesca Teutemberg), ma resta una delle ruote veloci migliori. Più di così, come si suole dire, non può andare. Anche a lei servirebbe un trenino ciclistico da poterla lanciare per sfruttarne le doti da 53x11. Medesimo discorso sui limiti di prestazione potrebbe essere fatto per l’entità ciclistica che un giorno l’Olimpo decise di dare allo sport; Tatiana Guderzo registra un’ultima stagione che le ha portato un serio infortunio ai Mondiali, che almeno è arrivato a stagione quasi finita, un titolo italiano a cronometro, ed un modesto 9° posto finale al Giro scorso. Poca roba, tenendo conto del valore dell’atleta. Nel 2011 è stata la Luperini (largo ai giovani!) la miglior italiana in classifica, cosa a cui era invece ormai abituata la veneta. Certo è che la MCipollini deve ormai iniziare a giocarsi le corse ad alto livello, visto che la qualità d’organico non le fa difetto, e si è ulteriormente rinforzata con Antoshina e Scandolara in primis. Parlando di formazioni, ha cambiato tanto patron Fanini, sostituendo almeno trequarti del vecchio organico della sua Michela Fanini, con inserimento di diverse giovani ragazze. Tra loro la fonzasina Lara Vieceli (foto 3), alla seconda stagione da elite, a cui chiaramente si mandano gli auguri non solo per queste feste. L’impressione, totalmente personale, è che l’attuale crisi economica sia stata la molla principale di questo abbondante rinnovamento d’organico della società toscana. Atlete giovani permettono contratti più leggeri dal punto di vista economico, e meno complessi dal punto di vista del dare/avere. Situazione che persiste da sempre in ambito femminile, Altri nomi scritti un po’ di corsa?: possono essere quelli della campionessa d’Italia Giada Borgato (foto 2), che da promettente giovane ciclista è diventata vincente giovane ciclista, in quel di Pergine Valsugana nella Settimana Tricolore (l’ultima con la vecchia formula riguardante una delimitata zona dello stivale, come sede unica per ospitare le corse delle diverse categorie). Adesso i risultati le verranno richiesti con più continuità. E quindi si capirà quanto vale l’atleta anche dal punto di vista della testa. Fino a che la Bronzini vestiva la maglia della squadra veneta le attenzioni giravano tutte intorno alla piacentina. Ora la musica sarà ben diversa. Atleta che pareva sulla strada giusta era Elena Berlato, che ha passato un 2011 da mettere da parte causa rogne fisiche che ne hanno minato la stagione. Ma tenendo conto del suo progresso al Giro nelle stagioni dal 2009 al 2011, l’ultima stagione era quella in cui ci si aspettava i primi tentativi per centrare qualche corsa e non animarla solamente. Si riparte con l’idea di vederla protagonista anche nei finali di corsa. Cosa che era in previsione per la Scandolara dopo il suo bel 2011, ma facile che l’ultimo anno della veneta sia stato più difficile proprio perchè quando ti metti in mostra e fai capire di avere i “numeri”, il gruppo non ti lascia più la libertà precedente. Ora che la sua nuova formazione è di primo livello, avrà possibilità migliori di mettersi in luce. Ne sarà capace? Su Noemi Cantele la storia à lunga. Tra una cosa e l’altra è sempre nei pronostici (di Cassani), ma ormai lo è da quattro/cinque anni è nel frattempo l’Italia ha vinto quattro mondiali con altre tre cicliste. A livello internazionale non ha ancora avuto l’acuto vincente, anche se ha vinto due medaglie iridate ed è stata doppia tricolore nel 2011. È l’ultima ciclista italiana ad aver vinto una tappa al Giro (ormai da ricercare con la macchina del tempo!) datata 2009. Due anni fa parlava di voler correre pochi anni ancora. Essendo una delle poche atlete che prima di parlare riflette, mi azzardo a buttare lì che se non vince il Mondiale saluterà il gruppo. Chiudo con una domanda: che calendario di gare elite avremo in Italia per il 2013, ricordando la miseria a cui si è arrivati l’anno passato?
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