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Il ciclo dell'acqua sulla cometa 67P: le simulazioni presentate all' #EPSC2015

Creato il 30 settembre 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

La scorsa settimana avevamo raccontato il ciclo dell'acqua sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Il processo descritto riguardava l'evoluzione di una regione molto caratteristica di Chury, il collo, osservata dal Visible, InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer ( VIRTIS), lo strumento che parla italiano a bordo della sonda dell'ESA Rosetta.

Ora, due nuove animazioni, presentate in occasione dell' European Planetary Science Congress ( EPSC), mostrano il ciclo dell'acqua in due diverse zone del nucleo.

"Siamo stati in grado di mostrare che questo ciclo è comune in diverse regioni del nucleo a seconda delle condizioni di illuminazione e, ciò dimostra che il ciclo proposto è un meccanismo generale che trasporta acqua dalle profondità in superficie sulle comete", ha detto Fabrizio Capaccioni, ricercatore principale di VIRTIS, che ha descritto i risultati nel corso di una conferenza stampa, in accordo con quanto riportato sul blog della missione.

I video sono basati sui dati acquisiti tra il 1 agosto 2014 e il 10 febbraio 2015, quando la cometa era rispettivamente a circa 542 milioni di chilometri (3.62 AU) e a 352 milioni di chilometri (2.35 AU) dal Sole.
Le simulazioni mostrano l' abbondanza di ghiaccio d'acqua nell'arco di un giorno cometario di 12,4 ore terrestri, per due diverse regioni del nucleo: Imhotep sul grande lobo della cometa e il " collo", ossia quella zona che unisce i due lobi conferendo a Chury la forma a "paperella di gomma" (all'EPSC si è recentemente discusso anche di questo).

I valori rappresentati in corrispondenza di ogni fascia oraria sono ovviamente la media per l'intero periodo preso in esame.

Le regioni blu indicano la presenza di ghiaccio nello strato superficiale superiore, quelle rosse l'assenza di ghiaccio, mentre le zone in ombra sono in grigio.

"In molte aree sulla superficie della cometa, le regioni in blu hanno vita breve, appaiono subito dopo l'alba e scompaiono poche ore dopo", ha aggiunto Capaccioni. "Questo indica che in quei punti il ghiaccio non è stabile sulla superficie ma si deposita durante la notte e sublima durante il giorno".

I filmati mostrano anche zone in cui il colore blu è persistente: queste aree di ghiaccio permanente saranno il target per studi futuri.


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