19 NOVEMBRE – Il ciclone Cleopatra si è abbattuto sulla Sardegna causando almeno 17 vittime e 4 dispersi. Una situazione che, a detta degli abitanti delle zone colpite, non vede precedenti nella storia dell’isola e che ha subito scosso l’Italia, portando il Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di emergenza “per disastrosi eventi meterologici”. È Olbia la città più colpita, tanto che gli alberghi locali sono stati presto chiamati a dare ospitalità agli sfollati. Grave anche la situazione della Gallura, di Oristano e dell’Ogliastra, oltre che di Medio Campidano. Proprio a Oristano, alle prime luci dell’alba, è stato rinvenuto il corpo di una donna di 64 anni, rimasta vittima degli allagamenti registrati nella notte. Il marito, in condizioni di grave ipotermia, è invece stato tratto in salvo e trasportato in ospedale. Tra le altre vittime accertate; spiccano un’anziana di novant’anni morta annegata nella sua casa in provincia di Nuoro e un poliziotto deceduto a causa del crollo del ponte di Dorgali. Altre cinque persone sono state travolte dalla furia dell’acqua, mentre si trovavano a bordo delle loro autovetture.
Preoccupante è il dato delle catastrofi naturali non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Gli Stati Uniti, negli ultimi anni, hanno cominciato a fronteggiare tornado sempre più forti e frequenti, mentre è notizia recente il disastro provocato nelle Filippine dal passaggio di un tifone di eccezionale gravità. A Varsavia, intanto, ha luogo proprio oggi la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici. “Le condizioni climatiche stanno continuando a cambiare” afferma un documento ufficiale divulgato proprio in queste ore in seno alla Conferenza. “I costi e i danni causati da eventi estremi, legati a un pianeta sempre più caldo, sono in aumento”. Si stima che le catastrofi naturali costino, oggi, quattro volte più che nel 1980. A riprova di quanto i disastri meteorologici siano legati a modelli di sviluppo ancora poco sostenibili, è stato diffuso un rapporto dal quale emerge chiaramente come queste tragedie siano quanto più frequenti nei Paesi emergenti a crescita veloce, che prestano scarsa attenzione alle politiche ambientali. In Cina, Brasile, Russia, India e Sudafrica; l’impatto dei cataclismi è pari all’1% del PIL, una cifra dieci volte superiore a quella sostenuta nei Paesi sviluppati, impegnati da decenni a realizzare uno sviluppo più sostenibile.
Silvia Dal Maso
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