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Il cielo sopra Berlino

Creato il 14 luglio 2014 da Valigia Rossa Valigia Blu @ValigiaRossaBlu

Qualche tempo fa, io e la mia valigia rossa siamo partite per Berlino.

La Germania e’ sempre stata un Paese che mi affascina e ho sempre desiderato visitarla. Viverci? Non saprei, probabilmente lo scoglio con la lingua e’ davvero troppo complesso da superare e nonostante lo abbia studiato qualche anno a scuola, non posso dire che il tedesco sia facilmente digeribile.

Insomma, ho deciso che per visitare questo magnifico Paese dovevo necessariamente partire dalla sua capitale, Berlino.

Tombino Berlino

Ho trovato da Glasgow un comodissimo volo per Schoenefeld con Ryanair per davvero una bazzeccola (ovviamente il servizio non e’ sempre eccezionale, ma si puo’ quasi sempre contare sulla puntualita’) Anche EasyJet serve Berlino, ma stavolta la compagnia irlandese faceva prezzi migliori. L’aeroporto e’ a pochi chilometri dalla citta’ e con l’Airport Express, il treno che porta in centro citta’, si arriva in Stazione Centrale (Berlin Hauptbahnhof) in circa mezzora.

Arrivata in centro, non restava che recarmi al mio hotel. Ho scelto il Melia Hotel Berlin in Friedrichstrasse per la sua comoda posizione centrale, vicinissima ai monumenti che intendevo visitare. Il prezzo era ottimo se si considera che talvolta ci sono sconti sulle stanze, basta avere l’accortezza di prenotare con un po’ di anticipo.

La stanza era spaziosa e accogliente e la doccia davvero invitante dopo il mio viaggio. L’ora era tarda: giusto il tempo di pianificare il tragitto, preparare la sveglia e a nanna.

Il giorno seguente di buon’ora, dopo una sostanziosa e soddisfacente colazione con cappuccino, pane burro e marmellata, ero in strada con la mia mappa della citta’ e le mie tappe gia’ segnate, decisa a non perdere nemmeno uno dei monumenti da visitare e di vedere il piu’ possibile nel poco tempo concesso da un weekend.

Scendendo Friedrichstrasse fino a Dorotheenstrasse e proseguendo lungo tutta la strada, sono arrivate al Palazzo del Reichstag, la sede del Parlamento tedesco, uno dei simboli della Germania del Novecento.

Il Reichstag fu dato alle fiamme nel 1933, evento fondamentale per il conseguente successo del partito nazista, fu bombardato dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale (ricordate la foto della bandiera dell’Armata Rossa innalzata sul suo tetto dopo la caduta di Berlino?), cadde in rovina e fu poi vero simbolo della Germania unita nel 1990, insieme alla caduta del Muro, con la riunificazione del Parlamento.

E’ possibile visitare il palazzo, con un tour guidato gratuito, che pero’ bisogna prenotare con un po’ di anticipo su questa pagina. Anche per il semplice accesso, senza tour guidato, e’ necessaria la registrazione. Per fortuna prima di partire, ValigiaBlu mi ha avvisato e sono riuscita ad entrare senza problemi!

Lasciato il Parlamento, mi sono diretta verso un altro dei tanti simboli della citta’: la Porta di Brandeburgo, il monumento neoclassico vera icona di Berlino.

Quando sono arrivata davanti alla Porta, mi sono sentita scossa, nervosa e un po’ commossa. Ero ancora una bambina quando sul mio sussidiario studiavo le due Germanie distinte e ora la foto della Porta di Brandeburgo dietro al Muro sembra davvero un ricordo lontano. La piazza era spaziosa, gli edifici moderni e la vita sembrava scorrere tranquilla: un caffe’ da Starbucks, i visitatori che salivano e scendevano dai bus turistici, le biciclette dei berlinesi che scivolavano sul pave’ lindo. Possibile che solo poco piu’ di 25 anni fa, tutto questo non era nemmeno concepibile?

Accanto alla porta di Brandeburgo c’e’ la Raum der Stille, la stanza del silenzio: una normalissima porta conduce in questo angolo di tranquillita’ in mezzo alla citta’. Mi ha incuriosito cosi’ tanto, che ci sono restata qualche minuto, giusto il tempo per pensare un po’ a tutto quello che questa citta’ e i suoi abitanti hanno vissuto e sofferto.

Proseguendo la mia passeggiata, ho attraversato la Porta di Brandeburgo e sono scesa verso Wilhelmstrasse, dove ad un certo punto ho incontrato un’effigie di Lenin che ricordava il passato comunista di una parte della citta’.

Lenin Berlino

Quando sono arrivata a Leipzigerstrasse, l’ho seguita verso sinistra, e poi ancora svolto a Mauerstrasse finche’ non arrivo d un altro dei simboli della Berlino del Novecento: il Checkpoint Charlie, uno dei punti di passaggio tra la Berlino Ovest ed Est durante la Guerra Fredda. Da qui passava chiunque dovesse raggiungere il settore russo di Berlino poco piu’ di vent’anni fa. Poco distante, il Mauermuseum, il museo del Muro di Berlino, permette di approfondire la storia della citta’ durante la Guerra Fredda e di conoscere i metodi di fuga utilizzati negli anni da chi, disperato, cercava solo di vivere in liberta’. Il biglietto di ingresso costa 12.50EUR, ma siccome sono ancora ufficialmente studentessa, l’ho pagato solo 9.50EUR.

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Dopo un dolce squisito e un caffe’ come si deve al Cafe Einstein, risalivo Friedrichstrasse finche’ non mi sono ritrovata su uno dei viali piu’ belli della citta’: Unter den Linden, il viale dei tigli voluto nel 1647 dal Grande Elettore Federico Guglielmo di Brandeburgo, che corre lungo tutto il centro di Berlino. Ho continuato la mia camminata finche’ non sono arrivata al Duomo di Berlino, la chiesa piu’ grande della citta’. Decido di visitare l’interno, cosa che mi e’ costata 4EUR (se non fossi studentessa, sarebbero stati 7EUR). Il parco davanti al Duomo era vivace, il sole era alto e l’aria fresca. Mi sono seduta un attimo sull’erba e ho scattato qualche foto della vita che trascorreva davanti ai miei occhi.

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Ho continuato a camminare, la giornata era bella e io avevo voglia di gustarmi questa citta’ fino in fondo: passato il ponte sopra lo Spree, ho proseguito finche’ non sono arrivata ad Alexanderplatz (Auf wiedersehen!, direbbe Battiato), con la sua nota Fernsehturm, la torre della televisione dal design futuristico anni Sessanta.

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Si stava facendo tardi e avevo ancora un’ultima tappa da raggiungere prima di ritornare in hotel per cenare: il Museo di Pergamo, uno dei piu’ grandi musei archeologici del mondo. Tra i reperti piu’ famosi sono da ricordare l’imponente altare di Pergamo, eretto in onore di Zeus circa 200 anni prima di Cristo; la straordinaria porta babilonese di Ishtar risalente piu’ di 600 anni prima di Cristo; la maestosa porta del mercato di Mileto del II secolo d.C., tutti interamente ricostruiti all’interno del museo.

Prima di arrivare al Museo di Pergamo, mi sono fermata a comprare una Bretzel calda con un po’ di sale sopra da un ambulante sul ciglio della Karl-Liebknechtstrasse. Mmmmmbuona! Mi ci voleva proprio!

La visita al museo e’ stata interessante e il costo era onesto: 12EUR il prezzo pieno, per studenti invece solo 6EUR. Sarebbero stati 11EUR e 5.50EUR se avessi prenotato online sul sito del museo. Ma poco male, in fondo.

Quando sono uscita dal Pergamonmuseum, ero una donna stanchissima. Avevo solo voglia di stendermi nel mio letto e prepararmi per la cena.

Ho scelto di mangiare al Melia Tapas Bar, all’interno dell’hotel: la cucina spagnola mi piace molto, ma soprattutto non avevo tanta fame (ma ho sempre voglia di qualcosa di buono, ecco). Le tapas, i piccoli piatti tipici della cucina spagnola, mi sembravano la soluzione ideale nonche’ la piu’ conveniente, visto che non sarebbe nemmeno stato necessario uscire dall’hotel. Decisione che si e’ rivelata un’ottima scelta, data la qualita’ del cibo e del servizio.

Il giorno seguente, domenica, era quasi tempo di partire: fatta colazione, ho fatto checkout e ho consegnato la mia valigia rossa alla reception.

Avevo giusto il tempo di una visita al Museo della Storia Tedesca, vicino all’hotel: percorro il lungofiume da Am Wiederdamm fino a Am Kupfergraben e arrivo all’ingresso del Museo di Storia Tedesca su Unter den Linden.

Il costo della visita era di 4€ per gli studenti e 8€ a prezzo pieno. Erano le 10 e il museo stava per aprire. Avevo ancora un paio di ore prima di dover riprendere la strada per l’aeroporto e tornare a casa. Il museo e’ davvero grande e non ho avuto davvero il tempo di vederlo tutto, ma mi interessava molto perche’ raccoglie piu’ di 900.000 oggetti da tutta la Germania: dai documenti antichi alle sculture fino agli oggetti un tempo quotidiani che ormai non si usano piu’.

Si era fatto tardi ormai: era ora di rientrare in hotel, prendere la mia valigia rossa e ripartire.

Questo weekend e’ stato ricco di emozioni: ho visitato una citta’ ferita e orgogliosa, che ha sofferto ed e’ riuscita a rialzarsi. Berlino e’ stata capace di ritornare grande nonostante i grandi errori del passato.

Voglio essere come Berlino, voglio tornare ad essere felice.

In fondo, adesso, Ich bin ein Berliner.

Un abbraccio,

ValigiaRossa


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