Western World Development, Near Four Corners, California © for the reproduced works and texts by Wim Wenders: Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren
1986
Cosa succede se un grande regista, visionario, sperimentale, imbraccia una macchina fotografica e si mette a scattare, non immagini in movimento, ma fotogrammi, di quelli però che raccontano il Paese più on the road che c’è? Succede che arriva Wim Wenders. America. E’ lui infatti il regista di cui sopra, e questo è il titolo di una mostra che spero di andare a vedere al più presto!
Dalla fine degli anni Settanta al 2003, Wim Wenders ha girato gli Stati Uniti e fermato su pellicola i suoi anni americani, ma soprattutto paesaggi, architetture, strade. Che sono in mostra, proprio da oggi, a Varese. Durerà fino al 29 marzo l’allestimento che porta l’America di Wim Wenders a Villa Panza grazie al Fai Fondo Ambiente Italiano. Una mostra che lo stesso Wenders ha voluto dedicare a “due” Hopper, l’amico Dennis e il pittore Edward, l’artista della luce americana per eccellenza.
© Donata Wenders
“I paesaggi danno forma alle nostre vite, plasmano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana e se sei attento acuisci la tua sensibilità nei loro confronti, scopri che hanno storie da raccontare e che sono molto più che semplici luoghi.”
A Villa Panza Wenders mette in mostra trentaquattro immagini, spesso vere e proprie gigantografie. Alcune vengono scattate con una Leica usata per esplorare i nuovi set da immortalare nei film, ma il regista passa in seguito ad una Makina-Plaubel con pellicola negativa Eastman per “guardare le cose (regarder)” e “conservarle (garder)”. E così l’artefice del Cielo sopra Berlino immortala i grandi spazi americani come quelli texani, ma non solo: nella Scuderia della Villa la mostra si conclude con Ground Zero, l’omaggio a New York ferita.
Che dire? Che sono troppo curiosa di scoprire il Wim Wenders fotografo, e voi?