L'Associazione delle Aerolinee Europee (AEA) stima che la mancanza di questo spazio comune sopra l'Europa non solo comporta una spesa extra di 5 miliardi di euro l'anno, ma ha anche un forte impatto ambientale con la produzione di circa 8 milioni di tonnellate di CO2 all'anno che si potrebbero risparmiare. Nonostante i numeri in gioco la Commissione Europea non sembra avere troppa fretta di portare a termine questo piano.
Secondo Tony Tyler, amministratore delegato della IATA "abbiamo visto un progressivo indebolimento di questo progetto a causa delle pressioni esercitate dagli stati membri che continuano a proteggere gli inefficienti monopoli statali. Instaurare finalmente una gestione più efficace del traffico aereo risulterebbe vantaggioso sia per i viaggiatori che per l'ambiente".
Il commento dei portavoce delle associazioni delle compagnie aeree è unanime: "Questo è un esempio del fallimento della creazione di un Cielo Unico in Europa. È riprovevole il fatto che gli stati della UE sono stati in grado di indebolire il progetto proposto inizialmente. Questa scelta causerà minore efficienza nella navigazione aerea e non stimolerà nessuno degli attori in campo a migliorare i servizi e ridurre i costi. Ci sembra inaccettabile che il principale programma europeo destinato all'aviazione venga soffocato in questo modo per proteggere interessi personali".
Lo spazio aereo europeo è uno dei più congestionati del mondo ed il sistema attuale soffre di gravi carenze, come la divisione dei settori che seguono le frontiere nazionali o zone ristrette al solo uso militare. Un ente regolatore comune uniformerebbe lo spazio aereo europeo eliminando le frontiere ed integrando i settori militari quando l'uso esclusivo sia possibile.
Come stiamo vedendo in questi giorni però anche in questo caso sta finendo tutto a tarallucci e vino.