la presenza degli alberi
abbracciava ogni pietra, ogni nome inciso
sprofondare di sassi, ossa senza nome
stridori di motoseghe nel cimitero ebraico
e quell’uomo, in alto, che gridava scostatevi
viene giù, crolla il ramo grande
la corona alta di piante
mi metteva una frenesia di graffiare il tempo -
un lampo nel groviglio, i gesti si chiusero
sull’erica spettinata
le parole nei vasi di ruggine
poi, corsero per i tronchi discorsi antichi
rami turgidi di memorie fecero uscire
fiduciosi sussurrri dal fogliame
come se ci credessi pregavo
come fossero vivi, respiravo per loro
per lei, che vive nella prigione dei sensi,
assaporavo guizzi di luce nell’acqua