Magazine

Il Cinema di Post Scriptum: “A proposito di Davis”, “Smetto quando voglio” e “All Is Lost”

Creato il 08 febbraio 2014 da Postscriptum

Il Cinema di Post Scriptum: “A proposito di Davis”, “Smetto quando voglio” e “All Is Lost”
Arriva il nuovo film di Joel e Ethan Coen, “A proposito di Davis”, con Oscar Isaac, Carey Mulligan e Justin Timberlake tra gli interpreti. In sala nel weekend anche la commedia diretta da Sydney Sibilia “Smetto quando voglio”, poi “All Is Lost”, diretto da J.C. Chandor e interpretato dal grandissimo Robert Redford, il remake di “Robocop” , il cartoon “Khumba” e altro ancora.
La Copertina della settimana

Locandina italiana A proposito di Davis
“A proposito di Davis” (Inside Llewyn Davis), regia di Joel Coen, Ethan Coen – USA, Francia 2013 – Drammatico
con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett, Max Casella, Jerry Grayson, Jeanine Serralles, Adam Driver, Stark Sands, John Goodman, Garrett Hedlund, Alex Karpovsky, F. Murray Abraham, Ricardo Cordero, Jake Ryan, James Colby, Mike Houston, Steve Routman, Ian Blackman
Soggetto, Sceneggiatura, Dialoghi: Joel Coen, Ethan Coen
Montaggio: Joel Coen, Ethan Coen (come Roderick Jaines)
Fotografia: Bruno Delbonnel
Scenografia: Jess Gonchor
Prodotto da Mike Zoss Productions, Scott Rudin Productions, StudioCanal per Lucky Red, colore, 105′

Llewyn Davis è un musicista di talento, un giovane artista che cerca la sua strada nel mondo della musica folk nel Greenwich Willage di New York nel 1961. Tra sfortuna, un freddo inverno davanti, ostacoli che trova sul suo percorso molti dei quali davvero incredibili da affrontare, Davis prova lo stesso a inseguire il suo sogno e, vivendo di lavori vari, dormendo dove viene prima, affrontando un viaggio verso Chicago per poi tornare a New York, non si arrende nonostante le avversità.
Llewyn Davis, interpretato da Oscar Isaac, è un personaggio davvero eccezionale per come viene rappresentato dai Coen, che stavolta scelgono al centro del loro racconto un uomo al quale sempre per pochissimo non riesce di raggiungere le sue ambizioni. La storia ha una grossa malinconia di fondo, il tocco sarcastico e geniale dei Coen e un filo di umorismo. Davis nonostante inequivocabili segni del destino, difficoltà proprio insormontabili, rimasto solo in maniera drammatica nel suo percorso di artista, va avanti e sfida la sfortuna fino in fondo. Rendendosi però conto della triste, ma da accettare, realtà.

Le altre proposte al Cinema

Locandina Smetto quando voglio
“Smetto quando voglio”, regia di Sydney Sibilia – Italia 2014 – Commedia
con Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcorè
Soggetto e Sceneggiatura: Sydney Sibilia, Andrea Garello, Valerio Attanasio
Fotografia: Vladan Radovic
Montaggio: Gianni Vezzosi
Musica: Andrea Farri
Scenografia: Alessandro Vannucci
Prodotto da Ascent Film, Fandango per 01 Distribution, colore, 100′

Un bravo ricercatore universitario di Roma sta per essere lasciato in mezzo a una strada, come molti altri suoi colleghi, di questi tempi: ha 37 anni, una casa da pagare e una fidanzata da accontentare. Pietro Zinni, chimico, non vuole arrendersi e degradare il suo ruolo per il quale ha lavorato. Scopre attraverso le sue capacità la possibilità di creare una nuova sostanza stupefacente, non ancora messa al bando dallo Stato. E, arruolando altri suoi amici e colleghi senza lavoro ma con tanta preparazione accademica alle spalle, inizia a spacciare e guadagnare con la nuova sostanza…
Esordio alla regia per Sydney Sibilia che dirige una commedia originale, divertente, esagerata, irriverente e tremendamente al passo coi tempi. Già, perché il tema del lavoro precario e in particolare dei bistrattati ricercatori universitari è più che attuale. Certo, qui si va volontariamente sul grottesco, nonché nell’illegalità per i protagonisti. Ma far ridere e far riflettere allo stesso tempo, in maniera sostanziosa, è un qualcosa che non riesce da tempo al Cinema italiano. E “Smetto quando voglio” ci va molto vicino, e anche grazie a un cast davvero eccezionale.

Locandina italiana All Is Lost - Tutto è perduto
“All Is Lost – Tutto è perduto” (All Is Lost), regia di J.C. Chandor – USA 2013 – Drammatico
con Robert Redford
Soggetto e Sceneggiatura: J.C. Chandor
Fotografia: Frank G. DeMarco, Peter Zuccarini
Montaggio: Pete Beaudreau
Scenografia: John P. Goldsmith
Musica: Alex Ebert
Prodotto da Before The Door Pictures, Washington Squadre Fiolms, Black Bear Films per Universal Pictures, colore, 107′

Durante un viaggio nell’Oceano Indiano, un uomo si trova solo contro il mare e la natura: a peggiorare la situazione, un container alla deriva cozza contro la sua barca. Riesce a riparare il danno, ma la tempesta furiosa che arriva ha la meglio e l’uomo resta in mare con un’imbarcazione d’emergenza, le carte nautiche, il sestante e il suo intuito, unici mezzi per poter sopravvivere.
Solo sulla scena, Robert Redford interpreta un uomo solo contro gli elementi. Non viene presentato in maniera approfondita e pare non avere una storia particolare da raccontare e neanche molto da dire qui sul momento, ma deve pensare soltanto, e con molto pragmatismo, a salvarsi dal mare in burrasca e dalla natura che sembra sovrastarlo. Dunque una sfida tra l’uomo e il mare e l’essenza della stessa, senza troppe divagazioni. Ed è la forza del film, in effetti.

Locandina italiana RoboCop
“RoboCop”, regia di José Padilha – USA 2014 – Fantascienza
con Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Abbie Cornish, Jackie Earle Haley, Michael K. Williams, Jennifer Ehle, Jay Baruchel, Samuel L. Jackson, Aimee Garcia, Miguel Ferrer, Melanie Scrofano, Marianne Jean-Baptiste, Zach Grenier, John Paul Ruttan
Soggetto e Sceneggiatura: Joshua Zetumer dal lavoro originale di Edward Neumeier e Michael Miner
Montaggio: Peter McNulty, Daniel Rezende
Fotografia: Lula Carvalho
Musica: Pedro Bromfran
Prodotto da Strike Entertainment per Warner Bros. Pictures, colore, 121′

Nel 2028 negli Stati Uniti la Omnicorp, che utilizza robot dalla forma umanoide assieme ai droni nelle zone di guerra, pensa che mettendo all’interno dei suoi modelli davvero un essere umano e unirlo così alla parte metallica e meccanica possa cambiare il modo di vedere delle persone, che potrebbero abituarsi all’idea e accettare un RoboCop in ogni città, e magari gli affari della Omnicorp andranno per il meglio. Così viene provato Alex Murphy, bravo e capace poliziotto di Detroit ma rimasto ferito in maniera grave dopo un incidente in servizio. E RoboCop sembra perfetto, ma dietro la macchina in fondo c’è un uomo con la sua mente e dunque non facilmente controllabile.
Remake del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, qui più che l’aspetto legato al risvolto anche politico della storia è la parte di fantascienza e le sue conseguenze che sembrano interessare al regista e agli sceneggiatori. Un futuro, neppure troppo lontano, nel quale le multinazionali potrebbero controllare la società persino oltre i propri limiti, RoboCop è più un supereroe con un’armatura e capacità incredibili che un uomo sofferente e arrabbiato anche contro chi l’ha messo lì dentro. Insomma, più Robocop contro il nemico che RoboCop all’interno di una società fuori controllo e molto incline all’assolutismo da parte dei potenti.

Il Cinema di Post Scriptum…in breve!

“Hansel & Gretel e la strega della Foresta Nera” (Hansel & Gretel Get Baked) è un film horror che trae lo spunto iniziale dalla fiaba dei fratelli Grimm ma ne cambia ovviamente toni e contenuto. Diretto da Duane Journey, il film racconta di Hansel e Gretel, due fratelli che vivono vicino Pasadena. Gretel e il suo ragazzo fumano molta erba e quando Hansel gli rivela di aver pure scoperto che un’anziana signora vende la migliore sul mercato, la Black Forest, Gretel manda il fidanzato a prenderne; ma il poveretto non sa che finirà nelle grinfie di una strega cannibale che, sotto le vesti dell’anziana, fa a pezzi giovani ragazzi per cucinarli (letteralmente) e poterne “estrarre” la giovinezza. Hansel e Gretel, insospettiti perché il ragazzo non torna, andranno a indagare…
VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

“Khumba” è un film d’animazione sudafricano diretto da Anthony Silverston. Nella comunità delle zebre nel deserto di Kharoo in Sudafrica nasce Khumba. Il piccolo ha però una diversità, poiché solo metà corpo è a strisce, mentre l’altra metà è bianca. Per una serie di ragioni, Khumba viene accusato di provocare la siccità a causa del suo aspetto. Ma la nostra zebra scopre una leggendaria fonte magica nella quale le prime zebre apparse sulla Terra si immersero per avere le proprie strisce. E così Khumba parte insieme a uno gnu e a uno struzzo per cercare di poter arrivare alla incredibile fonte. Ma non sarà semplice. Cartoon ben costruito con un messaggio di integrazione e di superare le diversità davvero molto importante.

“Which Way is the Front from Here? The Life and Time of Tim Hetherington” è un interessante documentario diretto dal fotografo Sebastian Junger che racconta la vita e la passione per questo mestiere del compagno d’avventura inglese Tim Hetherington, rimasto ucciso nel 2011 durante la rivolta e la guerra civile in Libia. Un ritratto molto toccante e profondo.

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :