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Il cinema si fa espressione di Storia Italiana

Creato il 05 maggio 2011 da Dylandave

Il cinema si fa espressione di Storia Italiana

- Noi Credevamo – 2010 - ♥♥♥♥ -

di

Mario Martone

Il revisionismo storico. Questo parolone che in quest’ ultimo anno ha dominato la scena televisiva e cinematografica Italiana sembrerebbe, per le case distributrici e forse anche per il Ministero della cultura che non riguardi il film di Mario Martone. In realtà, Noi Credevamo, è senza alcun dubbio l’ opera cinematografica che più si avvicini a tale concetto, nonostante ben pochi Italiani al cinema avranno potuto vederlo, poichè non ha visto luce in esse per neanche un’ intera settimana. Martone con questo film immerge lo spettatore in un trentennio molto importante per l’ Italia dell’ 800 , pieno di controversie e di revisioni, nei confronti di coloro che credevano fermamente di “fare l’ Italia”. Il film è sicuramente scomodo già per il fatto che sceglie come eroi tre giovani del Sud Italia che spinti dalla loro amicizia e dai loro ideali sono coinvolti nel progetto Mazziniano della Giovine Italia. Lo è poi soprattutto per lo sguardo decisamente alternativo che apporta al Risorgimento, quello in cui il popolo più che essere attivamente coinvolto nel decidere il proprio futuro, finisce per essere lo stesso uno spettatore dei fatti, decisi dai pochi nomi illustri di quegli anni. L’ argomento viene trattato con una serietà e precisione alla quale non siamo abituati in Italia vedere solitamente in un film Storico. Il film viene suddiviso in quattro capitoli che lo rendono maggiormente flessibile, data la sua lunga durata di ben 204 minuti. Martone sceglie di concentrare l’ attenzione della sua macchina da presa sui personaggi , le atmosfere ma soprattutto le passioni che coinvolgevano i protagonisti di quel periodo storico, finendo inevitabilmente per evidenziare lo spirito controverso di quella particolare epoca storica. Proprio questi suoi personaggi però non sono neanche per un solo istante eroicizzati (meccanismo che molto spesso viene sviluppato in un film storico), ma finiscono sempre per essere principalmente esseri umani con dei loro personalissimi valori e con le loro contraddizioni del caso. Il Risorgimento, visto da Martone, non è quindi quel glorioso momento che vede protagonisti i ben noti Garibaldi o Cavour (mai mostrati in questo film) , ma è invece quell’ epoca controversa fatta da uomini appartenenti a vari clan, associazioni o sette, tutte legate tra loro ma non necessariamente sulla stessa lunghezza d’ onda. Luigi Lo Cascio è perfetto e commovente nell’ interpretare Domenico, un giovane repubblicano che ha un fortissimo ideale rivoluzionario per il quale lotterà e soffrirà per tutta la vita, ma che  però nel finale sarà costretto a disilludersi nel vedere la sua Italia unita sotto il marchio dei Savoia e non del popolo. La caratterizzazione del suo personaggio è dettagliata e meticolosa a tal punto da non poter risparmiare allo spettatore alcuna emozione e costringerlo a vivere con lui quegli ideali così forti. Tutto il cast fa comunque un ottimo lavoro di compartecipazione in un film dove sono proprio tutti i comprimari a rendere l’ azione speciale e non soltanto il ruolo del protagonista. Non solo storia quindi, ma anche un’ ottima lezione di cinema ci arriva da Mario Martone: quella che ci insegna a capire che un film veramente completo è fatto di un cast che lavora insieme e non soltanto di un protagonista che regge le fila dell’ intera struttura narrativa dell’ opera. Non è un caso che un attore della statura di Toni Servillo (che molto spesso si è ritrovato da solo a reggere le fortune di interi film) qui sia “relegato” solo a pochissime pose , ma tutte necessarie e intense e che esprimono alla perfezione l’ indole del suo personaggio (Giuseppe Mazzini). La recitazione voluta dal regista richiama spesso il metodo teatrale e quello della letteratura, caratteristica che ancor più fa immergere lo spettatore nell’ epoca ottocentesca. Noi credevamo non è di certo un film di facile visione, ma se si avrà l’ occhio attento ai particolari, ai dialoghi e alle trame narrative storiche non si potrà di certo  non apprezzarlo.

Il cinema si fa espressione di Storia Italiana

( Esecuzione risorgimentale)
Il cinema si fa espressione di Storia Italiana
( Un Mazzini- Servillo già vecchio a 25 anni)

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