di Giuliano Fago Golfarelli - Ho seguito il Festival Cinema di Venezia per tre ragioni.
La prima perché nel 1974 con Sergio Leone e staff ci siamo abbuffati un risotto al nero di seppia, innaffiato da vino veneto doc, ampiamente condito da ricordi e pensieri su Cinecittà, America, Morricone. Un extrafestival in un festival che è quasi laurea per chi viene o non viene dalla “Vasca Navale”, storico centro della cinematografia romana.
Poi, perché da trentino vissuto – e faccio per dire studiato a Roma – conosco benissimo il GRA (Grande Raccordo Anulare), la cintura metropolita che segna i confini di una città impazzita per edilizia e traffico. Quindi, mi attraeva il “Santo GRA”.
Infine perché da curioso mi piaceva sapere dove erano finiti i soldi delle nostre edizioni/sponsorizzazioni fatte – quasi certamente – con una risparmiosa manciata di euro, qualche mangiata nei boschi “tuti ensema” e l’ospitalità per quelli che hanno lavorato ad un onesto film del quale cervelli-supersponsor forse non hanno letto bene prima né la storia né la sceneggiatura bucolica-sociale d’avanguardia.
“La prima neve” ha avuto il suo onorato premio e noi le meritate menzioni che sembrano simili ai film anni ’90 quando sullo schermo si fumavano pacchetti biancorossi o bianchi blu in ammiccanti primi piani o piani all’americana per fare comunicazione subliminale.
Per non perdere tempo e occupare spazio rimando gli amici alle interviste e pensieri dei protagonisti, ricordando che set e attori si muovono – come fossero funghi – nella Valle dei Mocheni. Ma è davvero tutta la Valle dei Mocheni?
Buona visione in attesa delle prossime kolossal-proiezioni tridentine, dei futuri successi a Hollywood, ai centri sociali, a piazza Dante, alle grandinate e a ottobre “Dispersi nelle Urne”.
Giuliano Fago Golfarelli
http://raicinema.mostradelcinema.blog.rai.it/2013/09/06/padri-e-figli-dispersi-nella-neve/#more-1877
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a848d47c-9fa4-437b-aaa0-6b7e6edbec5e-cinema.htm