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Il cinepanettone, un classico del natale

Creato il 26 dicembre 2012 da Postpopuli @PostPopuli

di Francesco Gori

Le feste natalizie ogni anno propongono il solito menu: mercatini, regali, pranzi e cenoni familiari e… cinepanettone come dessert. Sì, a dicembre al cinema vale l’equazione Natale=cinepanettone, film da sollazzo targato Christian De Sica, Massimo Boldi & c.

Negli ultimi tempi si è riparlato di una possibile reunion tra i due attori comici più quotati in materia, dopo la fine del matrimonio nel 2006, dopo ben 24 pellicole in fotocopia o quasi. Il prodotto è prima raddoppiato fino al 2011, producendo spesso un lungometraggio a testa: diversi gli attori, stesso il filone. I Vacanze di Natale a Cortina e Matrimonio a Parigi  di un anno fa lo dimostrano. Poi la citata svolta?

IL CINEPANETTONE, UN CLASSICO DEL NATALE

Il cinepanettone del duo Boldi-De Sica (fanpage.it)

Quest’anno infatti Neri Parenti (insieme a Carlo Vanzina il regista più famoso in materia) esce nelle sale con Colpi di fulmine: un cambiamento apparente in direzione commedia romantica in due atti, ma forse non nella sostanza. Anche Il peggior Natale della mia vita è sembrato un cambio di registro al genere. Vedremo.

Basta però girare qualche canale della tv di casa per trovare vecchi “classici” tipo Natale in India, Natale a New York, Natale a Miami… ce n’è per tutti i gusti, ogni stagione cinematografica ci ha portati a visitare un luogo diverso. Per tanti lustri. È superfluo sottolineare la bassa qualità di queste pellicole, è cosa ovvia.

Eppure, il tanto bistrattato cinepanettone, o film comico-demenziale che sia, non si sa come ma catalizza le nostre attenzioni. Come spesso accaduto al botteghino. Ne offendiamo la sostanza inesistente, le battute volgari, le moine sessuali, ma poi ci capita di guardarli. Un po’ come accade col Grande Fratello, reality del trash quotidiano per eccellenza, che “nessuno guarda”, eppure negli anni re incontrastato della televisione (seppur ormai in calo).

Se al cinema, spendere 7-8-9 euro per una visione di questo tipo pare davvero un insulto alla crisi, cos’è che ci impedisce di cambiare il canale del televisore di casa quando incrociamo De Sica e Boldi alle prese con le gnocche di turno? Innanzitutto, un legittimo bisogno di leggerezza. In un quotidiano vessato di difficoltà economiche, giornate strette e stressanti, impegni e obblighi, concedere tempo alla nostra parte più trash, superficiale, darle spazio e ridere per evidenti baggianate può anche essere un diversivo accettabile (se non diventa un’abitudine che ci allontana dal cinema di qualità, paralizzandoci la mente). In secondo luogo, posti e personaggi dei vari Natale a… ci richiamano sogni futili repressi: la strafiga tettona che l’italiano medio vorrebbe “ciulare” come tentano di fare i nostri eroi, il luogo paradisiaco che vorremmo vivere con stile nababbo – cullati  dal sole su una spiaggia bianca e sventolati da servi della gleba -, il gioco di seduzioni e relazioni adolescenziali vita-natural-durante che allontana vecchiaia e morte. Situazioni assurde che forse mai ci troveremo a vivere veramente, tra tradimenti e tentativi, fughe e approdi, musica unz unz e tutto il rifiuto organico di cui ogni persona, bene o male, dispone e con la visione canalizza.

Certo, il cinema di Lino Banfi, Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, pur trash che fosse, aveva un tasso di classe decisamente superiore ai cinepanettoni degli ultimi anni. Figli anch’essi di una società che REALMENTE offre tutto questo, là fuori. Ma in fondo, che male c’è nel guardarli ogni tanto? Basta non farne bulimia cinematografica, tutto il resto è vita che scorre. Culi compresi.


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