Lettera aperta dei dipendenti del CISSACA, il consorzio di comuni della provincia di Alessandria, in bilico tra chiusura, riorganizzazione e mancanza di fondi. “I dipendenti del CISSACA (assistenti sociali, educatori, amministrativi, operatori sociosanitari) segnalano il rischio concreto che a partire dal mese di gennaio prossimo non possa più essere garantita l’erogazione di contributi o servizi a cittadini e famiglie in condizioni di disagio né la continuità del regolare pagamento degli stipendi .” Vale a dire: niente più servizi diurni per i disabili, aiuti nelle comunità, assistenza? Nel sottolineare che la loro protesta non è politica né strumentale verso una parte politica (le elezioni si avvicinano e la sensibilità che viene chiamato in causa quando ci sono problemi o polemiche, si alza di giorno in giorno), i dipendenti sono molto preoccupati: “Le ragioni della grave crisi che investe ormai il CISSACA da oltre un anno, risiedono nel mancato pagamento della quota annuale di contribuzione che il Comune di Alessandria deve al Consorzio e del debito accumulato nel tempo per la somma di 8 milioni di euro. Si tratta pertanto di una “disastrosa” situazione relativa alla liquidità dell’Ente e non a un dissesto del bilancio o a ragioni imputabili alla cattiva amministrazione.
L’assessorato comunale competente, sollecitato a più riprese ed invitato a onorare i suoi impegni attraverso un piano di rientro del debito maturato, continua a negare di fatto la propria disponibilità, diventando il soggetto responsabile dell’ abbattimento dello stato sociale di questo territorio e di tutto il lavoro che quotidianamente gli operatori del CISSACA hanno svolto e continuano a svolgere nell’interesse dei cittadini. Tale impegno, peraltro, è stato anche assunto dal Comune in occasione dell’ultimo incontro con i responsabili della Cooperativa Azimut e il CISSACA in Prefettura”.
Senza questa importante fetta di contributi “sarà inevitabile, oltre a interrompere il pagamento degli stipendi, sospendere anche i contributi alle famiglie affidatarie, i sussidi economici ai cittadini invalidi o in condizione di povertà estrema, gli assegni di cura alle famiglie degli anziani non autosufficienti, nonché risolvere i contratti con le cooperative che svolgono, per conto del CISSACA, servizi di assistenza agli anziani, ai minori in stato di abbandono, alle donne vittime di violenza, servizi che a partire dalla Costituzione, tutte le leggi nazionali e regionali definiscono come diritti essenziali e universali, diritti esigibili da tutti i cittadini che versano in particolari condizioni di disagio”.
Il futuro del CISSACA dipende prima di tutto dalle leggi nazionali che impongono la chiusura dei consorzi di comuni (come è capitato all’ICS) a scadenza del consiglio di amministrazione (ottobre 2012) “ma senza la possibilità di definire un bilancio di previsione, non potrà garantire il proprio funzionamento già a partire da gennaio 2012″. Quali settori verranno spostati all’Asl e quali ai comuni stessi? Per ora non è chiaro nulla di tutto ciò.
Il grido finale: “L’indifferenza e l’inerzia mostrata finora, renderà l’Amministrazione Comunale di Alessandria completamente responsabile dell’impossibilità di operare, per la prima volta in Italia, dell’ente pubblico erogatore dei più importanti servizi sociali al cittadino”.