I ristoranti di New York hanno scelto la linea dura: non sono ammesse richieste particolari da parte dei clienti, si mangia seguendo le scelte dello chef. Ancora non sono tantissimi i locali e i pub che seguono questa teoria, ma c’è da credere che ben presto la moda si andrà espandendo.
In un piccolo locale nel Lower East Side, specializzato per le patatine fritte, è assolutamente vietato chiedere il ketchup; oppure in un pub nel West Village non si può avere l’hamburger con altro formaggio che il Roquefort. O ancora, se un piatto è piccante, non si può chiedere di averlo attenuando l’intensità delle spezie; oppure la quantità di sale o di pepe non si può modificare, la stabilisce lo chef. In definitiva basta con la convinzione che ogni cosa può essere adattata al gusto del cliente. Del resto, come dicono i sostenitori di questa scuola di pensiero, non è che ogni ristorante deve essere per tutti; specialmente in una città come New York dove i ristoranti non si contano.
Poi ci sono i puristi del caffè: assolutamente vietate le tazze di carta take-away: un locale lo serve solo in tazze di porcellana o di ceramica per la modica cifra di 12$. Certo la tazza puoi tenerla e, eventualmente, tornare il giorno dopo con la tazza pulita e fartela riempire.
Guai poi a chiedere un chilo di caffé macinato: perderebbe l’aroma, non più di una tazza! Al Cafè Grumpy in Park Slope, il signor Anastas, uno scrittore, ha dovuto giurare che lo avrebbe consumato tutto durante il week end.
Quando ho letto tutto questo non ho potuto fare a meno di immaginare una tipica cena fuori con i nostri amici, dove puntualmente, al momento delle ordinazioni il cameriere esce pazzo: uno è allergico ai latticini, io non mangio né pesce né maiale, qualcun altro mangia solo carne kasher e altri ancora niente pane né pasta. Mi ricordo quella volta in cui un cameriere particolarmente spontaneo ci ha apostrofato: “oh, ma voi che c’annate a fa’ a cena fori?!”