Sulla lama passò uno straccio imbevuto di petrolio. Poi lo passò di nuovo, fino a quando il metallo fu perfettamente pulito. Stese sull’acciaio una pasta antiossidante che lasciò una patina opaca. Con una spugna bagnata tolse il sangue incrostato dall’impugnatura di osso. Dopo averla asciugata, la carezzò con un panno morbido di daino. Come ultima cosa, con lo stesso panno, lucidò la lama. Quel vecchio coltello era l’unica eredità di suo padre, insieme a una valigia di vestiti troppo piccoli e a un orologio da polso cecoslovacco. Da quando erano cominciate le operazioni in Bosnia, Dragan puliva il pugnale ogni sera, che lo avesse o meno sporcato nel corso dei rastrellamenti nei villaggi. Quando ebbe finito, mise il coltello nel suo astuccio e si lasciò andare sulla sedia di legno, unico arredo nella stanza oltre al letto, a un piccolo lavandino e a una lampada di ottone senza paralume.
E’ uscito lo scorso 3 settembre Il clima ideale, felice esordio di Franco Vanni – cronista di giudiziaria presso il quotidiano “la Repubblica” – nel mondo della narrativa italiana.
Bosnia orientale, 1992. Sono tutti morti, tranne una ragazza di sedici anni. Ha visto uccidere i suoi genitori ed è prigioniera di Dragan, capo di una formazione paramilitare.
Milano, vent’anni dopo. Michele fa il lobbista, o il “creatore del clima ideale per i clienti”, come dice. È abituato ad avere il controllo in ogni situazione. Ma tutto cambia quando nonno Folco lo incarica di scoprire chi sia davvero Nina, cameriera serba che lavora a Tirana. Qualcosa va storto. Troppa gente si fa male. Qualcuno segue Michele.
Perché il nonno vuole informazioni su Nina?
Perché tutti quelli che entrano in contatto con lei rischiano la vita?
Le risposte si nascondo in un intreccio di indagini private, truppe mercenarie, ambizioni politiche e viaggi notturni fra Milano, l’Albania, la Serbia e la Bosnia. Il clima ideale è un romanzo che accompagna il lettore lungo un percorso di sangue, che dalle SS di Adolf Hitler porta alle squadre della morte nell’ex Jugoslavia. Fino al cuore nero dell’Europa.
Il clima ideale è un thriller di grande respiro scritto senza sposare una qualche tesi, ma con la volontà di rappresentare, mettere in scena. Che è poi quello che ciascuno di noi si aspetta da un romanzo; offre la possibilità di compiere un viaggio lungo un percorso che da Milano attraversa l’Albania e la Serbia, per arrivare fino in Bosnia. Il cuore dell’Europa si svela così sotto gli occhi dei lettori attraverso descrizioni affettuose e spietate allo stesso tempo.
Franco Vanni (Milano, 1982) si dimostra uno scrittore schietto, come la sua professione gli impone. La sua prosa è in perfetto equilibrio tra momenti di profonda intimità e accelerazioni, cambi di scena e descrizioni che accompagneranno il lettore fino all’ultima pagina. Cronista giudiziario del quotidiano “la Repubblica”, barista e disegnatore per gioco, cura con tre amici il blog di pesca anonimacucchiaino.it. È onorato di aver dato una mano a Claudio Cecchetto nella scrittura di In diretta. Il gioca jouer della mia vita.